Rivela di essere gay: picchiato dal padre e bullizzato - Studentville

Rivela di essere gay: picchiato dal padre e bullizzato dai compagni

L'assurda vicenda di un ragazzino che, bullizzato dai compagni, rivela ai genitori di essere gay: picchiato dal padre e rifiutato dalla madre.
Rivela di essere gay: picchiato dal padre e bullizzato dai compagni

Questa storia ha dell’incredibile, eppure è successa. Sappiamo bene come chi decida di fare coming out rivelando la propria omosessualità non lo faccia mai a cuor leggero consapevole di come, consciamente o meno, chi lo circonda – almeno inizialmente – non sempre la prenda bene. Soprattutto quando si parla di genitori. Ma da qui ad essere addirittura picchiato dal proprio padre, venire rifiutato dalla madre e bullizzato dai propri compagni di scuola ce ne passa. Eppure è quello che è successo ad un giovane di origine egiziana. Ma come sono andate le cose?

Rivela di essere gay, vien picchiato dal padre

E’ accaduto che il ragazzo fosse bullizzato a scuola ed una volta chiesto il conforto dei propri genitori non solo non l’abbia ricevuto, ma abbia trovato un muro, due adulti che tutto hanno fatto meno che sostenerlo. Fino a rendersi colpevoli di violenza fisica e psicologica, e per questo essere stati condannati dal Tribunale di Milano. A causa di questa vicenda il ragazzino è naturalmente andato in crisi. Crisi che l’ha portato a cercare di farsi del male ingerendo sostanze tossiche e compiendo atti di autolesionismo. La madre lo ha rimproverato, dicendogli che nessun musulmano si sarebbe comportato così. E che sarebbe stata proprio la scuola, o meglio l’istruzione, ad averlo “rovinato”. Come se non bastasse, una volta rientrato in casa il padre lo avrebbe preso a schiaffi.

Genitori condannati dal Tribunale

Fortunatamente il giovane ha trovato la forza di denunciare, ed è così che la giustizia ha fatto il suo corso, ed i genitori sono stati condannati. Il padre a due anni di carcere per lesioni personali e la madre a un anno per omissione di soccorso e concorso omissivo nelle lesioni. Con l’aggravante di aver agito con fini di discriminazione per motivi di orientamento sessuale o di identità di genere. Non ci vuole molto a capire che questa violenza psicologica e fisica sia scaturita esattamente dall’orientamento sessuale del figlio, evidentemente non accettato dai genitori. Forse il 15enne milanese adesso avrà un po’ di meritata pace, anche se difficilmente potrà essere ricompensato per il male che ha subito. Proprio da chi, per primo, avrebbe dovuto sostenerlo e che invece gli ha voltato le spalle più di tutti.

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