Il 14 novembre scorso è avvenuto un sit-in di protesta da parte degli studenti dell’istituto superiore alberghiero “Amerigo Vespucci” di Roma. Le motivazioni al centro del malcontento hanno riguardato i laboratori e la tutela verso quelle famiglie meno abbienti che non possono fare fronte alle spese esose che la frequentazione dell’istituto richiede. Tra i libri di testo e le numerose attività quotidiane. Stiamo parlando, in modo particolare, del fatto che con l’avvento della crisi e l’aumento dei costi in numerosi campi della vita, l’istituto abbia chiesto un contributo di 120 euro per sostenere i costi delle materie prime che gli studenti dovrebbero cucinare.
La protesta degli studenti dell’alberghiero Amerigo Vespucci
Maria Teresa Corea, la dirigente scolastica dell’Amerigo Vespucci, l’istituto professionale statale per i servizi dell’enogastronomia e dell’ospitalità alberghiera con più di mille studenti iscritti tra le due sedi cittadine, ha voluto spiegare come esistano effettive difficoltà in merito ai fondi:
“Siamo sempre al primo posto della classifica di settore della Fondazione Agnelli, ma veniamo trattati alla pari di licei classici o scientifici quando si tratta di erogare fondi”.
Ed ha aggiunto:
“… come alberghiero abbiamo dei costi molto alti. Per questo la scuola chiede il contributo volontario, che è nella misura di 120 euro l’anno e non al mese”. […] “Non è più accessibile per noi comprare un pesce per ogni alunno di una classe quindi adesso ne compro uno e l’insegnante fa una dimostrazione”.
Oltre i costi per il cibo, ad essere aumentati sono anche quelli delle utenze: luce e gas sono oramai insostenibili, e la preside vuole evitare che la scuola venga commissariata, da qui l’esigenza di versare una quota volontaria di 120 euro. In caso contrario non si avrà garantito il cibo per le lezioni pratiche.
I fondi erogati dal Ministero non sono sufficienti
Secondo quanto la preside ha dichiarato, i fondi erogati dal ministero ogni anno – uguali a quelli destinati alle altre scuole – non sarebbero sufficienti a coprire le spese. Un alberghiero, infatti, spende di più rispetto ad un liceo classico, in quanto le voci di spesa sono ben diverse.
Un impegno che la preside ha detto di voler assumere, riguarda l’abbassamento dei costi per le famiglie: a partire da quelli per le divise, il cui prezzo attuale, per due anni, ammonta a circa 220 euro. Ma il suo desiderio è anche quello di consentire a tutti gli studenti di seguire i laboratori. Una soluzione in merito potrebbe essere quella di lavorare a rotazione o di unire più classi. Anche perché, ed in questo gli studenti fanno sentire la propria voce, c’è grande preoccupazione per il loro futuro:
“Non veniamo preparati sufficientemente, a causa della mancanza dei laboratori, e rischiamo quindi di trovarci a svolgere mansioni di secondo livello.I laboratori pratici sono fondamentali ed è inammissibile che non vengano utilizzati.”
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