In Giappone, la città di Kumamoto sta per adottare un approccio innovativo (oseremmo dire singolare) per combattere l’incremento delle assenze ingiustificate tra gli studenti. A novembre, le aule accoglieranno dei robot, forniti di microfoni, altoparlanti e telecamere, che i bambini potranno mandare a scuola al posto loro. L’obiettivo è, infatti, quello di incoraggiare gli studenti assenti a partecipare alle lezioni a distanza e, successivamente, a fare ritorno in classe. Bene, ma in cosa dovrebbero risultare utili questi robot? Secondo le scuole, serviranno ad infondere fiducia negli allievi, nell’aiutarli a combattere l’ansia e nel facilitare il loro reinserimento nel contesto scolastico. Vediamo come funzionerà l’iniziativa.
Robot nelle scuole al posto degli studenti
Gli studenti rimasti a casa avranno la possibilità di collegarsi da remoto con i suddetti robot tramite i loro dispositivi. Così facendo, potranno partecipare alle lezioni e alle discussioni con professori e compagni di classe come se fossero presenti. Tali dispositivi avranno un’altezza di circa 1 metro, e non saranno “costretti” a rimanere in classe. Potranno infatti muoversi liberamente nell’edificio, e partecipare ad eventuali eventi in programma. In sostanza, potranno consentire agli studenti che rappresentano, di essere virtualmente in classe e di interagire sia con le persone che nell’ambiente. I funzionari scolastici sperano che, così facendo, si possa combattere l’ansia che tiene lontano da scuola alcuni studenti, i cosiddetti futoko, che rifiutano di andare a scuola a causa di una serie di ostacoli mentali e non.
Chi sono i “futoko”
Futoko è un termine giapponese che significa “non frequentare la scuola” o “assenteismo scolastico”. Si riferisce ad una condizione in cui gli studenti, solitamente bambini o adolescenti in età scolare, evitano sistematicamente la partecipazione alle lezioni e non frequentano la scuola regolarmente preferendo rimanere in casa da soli o all’interno di un ambiente familiare per non dover subire le pressioni derivanti da quello scolastico. Le motivazioni che tengono i ragazzi lontano dalle aule sono generalmente ansia, problemi di adattamento, bullismo, problemi familiari, burnout, disinteresse per l’istruzione o disagi psicologici. Quello relativo ai “futoko”, in Giappone è un problema crescente almeno a partire dagli anni 2000: da qui le diverse iniziative ed i vari programmi volti ad affrontare il fenomeno e a fornire supporto ai giovani.
L’iniziativa vuole aiutare i “futoko”
Fenomeno, quello degli studenti sistematicamente assenti da scuola, che si è intensificato con l’incidenza della pandemia di Covid-19. Secondo i dati diffusi in merito, nel corso del 2022 sono stati circa 2.760 studenti delle scuole primarie e medie a non frequentare con regolarità le lezioni, contro i 1.283 assenti nel 2018. E’ per arginare questa dinamica che le scuole di Kumamoto hanno deciso di assumere degli assistenti didattici il cui compito è quello di trasmettere le lezioni online. Considerando come il feedback ricevuto fino ad ora sia stato positivo, non si esclude che siano sulla strada giusta.
Molti giovani che hanno adottato questa nuova modalità di partecipazione alle lezioni hanno dichiarato di aver recuperato o aumentato la loro autostima e di aver sperimentato una riduzione dell’ansia legata all’interazione con insegnanti e compagni di classe. Il problema dell’assenteismo scolastico, però, non interessa solo Kumamoto: sarebbe di portata nazionale. Secondo quanto fatto sapere dal Ministero dell’Istruzione giapponese, sarebbero stati ben 244.940 studenti in tutto il Paese a non essere andati a scuola per un periodo pari o superiore a 30 nell’anno precedente al marzo 2022.
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