Studenti in rivolta per le lezioni a doppio turno, in 50 occupano la succursale.
Al liceo Gullace di Roma, la tensione era palpabile già da alcune settimane finché gli studenti, esasperati dalle difficoltà legate ai lavori nella sede centrale di piazza dei Cavalieri del Lavoro, hanno deciso di occupare la succursale di via Deportati del Quadraro nella notte tra il 13 e il 14 ottobre. A detta dei partecipanti, circa 50 persone, per lo più studenti ma anche alcuni docenti che sembrano aver sostenuto l’iniziativa, sono entrate nell’edificio scolastico e ne hanno preso possesso. La protesta nasce dalla frustrazione per le lezioni divise su due turni giornalieri, una scelta resasi necessaria a causa del cantiere nella sede principale.
Dal cantiere alle proteste: una situazione esplosiva
I lavori nella sede centrale del liceo hanno generato non poche polemiche nelle ultime settimane. La presenza di polveri derivanti dal cantiere ha costretto il trasferimento di tutte le classi nella succursale di via Deportati del Quadraro. Questo spostamento ha dato vita a una riorganizzazione delle lezioni in due turni, uno al mattino e uno al pomeriggio, suscitando il malcontento tra gli studenti che lamentavano difficoltà logistiche e sociali. Le lezioni pomeridiane, che terminavano dopo le 18, rendevano complicato l’uso dei mezzi pubblici per il ritorno a casa e limitavano la possibilità di dedicarsi ad attività extra-scolastiche come lo sport o la socializzazione.
La situazione è degenerata ulteriormente lo scorso 10 ottobre, quando Città Metropolitana ha annunciato che entro il 14 novembre le classi sarebbero state trasferite in altre sedi scolastiche, come la scuola Rossini e l’istituto Cecilio Secondo. La comunicazione è stata fatta tramite un reel su Instagram dal delegato all’Edilizia scolastica, Daniele Parrucci, una modalità che ha suscitato perplessità tra gli studenti. “Avremmo preferito una comunicazione ufficiale, scritta, che ci garantisse lo spostamento nei tempi promessi”, hanno spiegato gli studenti, che si sentono incerti sulla reale fattibilità del trasferimento.
Durante un’assemblea tenutasi giovedì 10 ottobre, sono emerse diverse proposte per il recupero delle ore perse a causa dei doppi turni. Tra le ipotesi discusse, vi era quella di allungare l’orario delle lezioni a 60 minuti, ma ciò avrebbe comportato l’uscita del secondo turno intorno alle 20 o addirittura alle 21. Un’altra alternativa era quella di introdurre lezioni anche il sabato, una volta completato il trasferimento. Durante l’assemblea, tuttavia, è nata anche un’iniziativa più drastica: l’occupazione della scuola con lezioni autogestite, una soluzione che inizialmente non sembrava trovare consenso.
L’occupazione e la reazione della scuola
Nonostante il dissenso iniziale, nelle prime ore del 14 ottobre gli studenti si sono svegliati con la notizia che la scuola era stata occupata. Un link condiviso tramite i canali di comunicazione interni degli studenti aveva permesso una seconda votazione sull’occupazione, portando infine all’azione diretta. Lunedì mattina, le lezioni del primo turno sono state annullate, con il rischio che anche quelle del pomeriggio venissero sospese.
Alcuni studenti non coinvolti nell’occupazione hanno dichiarato di voler verificare se fosse possibile entrare per fare lezione, ma le speranze sembrano essere state vane. La dirigente scolastica, Alessandra Silvestri, interpellata sulla situazione, ha preferito non rilasciare dichiarazioni ufficiali. Intanto, il malcontento sembra continuare a crescere, con gli studenti che chiedono risposte chiare e concrete sui tempi del trasferimento e sulle modalità di recupero delle ore di lezione perse.
Questa protesta potrebbe essere solo l’inizio di un periodo di tensioni nelle scuole romane, dove questioni logistiche, come i lavori di ristrutturazione e la gestione degli orari scolastici, si intrecciano con le preoccupazioni più ampie sulla qualità dell’istruzione e la sicurezza degli ambienti scolastici.