È iniziato il conto alla rovescia per l’inizio del 74° Festival di Sanremo: questa sera si parte con la prima delle tanto attese cinque serate che terranno moltissimi italiani incollati alla televisione fino a tarda notte. Sarà la quinta, e forse ultima, edizione sotto la direzione artistica di Amadeus, il conduttore che ha portato sul palco dell’Ariston una decisa ventata di freschezza musicale, ma anche un cambiamento nel linguaggio delle canzoni in gara. Secondo il professor Lorenzo Coveri, membro dell’Accademia della Crusca ed esperto di linguistica italiana, la quinquennale gestione di Amadeus ha influito sul modo in cui le parole vengono usate nelle canzoni, rendendole più vicine alla lingua che parliamo tutti i giorni.
I voti dell’Accademia della Crusca alle canzoni in gara
Coveri ha anche assegnato dei voti ai testi in gara. Angelina Mango e i Negramaro si piazzano sul podio, con il punteggio massimo di 9/10, seguiti da Dargen D’Amico, Diodato, Fiorella Mannoia, Gazzelle e Ghali che hanno ottenuto un 8/10. Nelle ultime posizioni, invece, Il Tre, Il Volo e Fred De Palma hanno ricevuto un misero 4/10, preceduti di poco da Clara, Alessandra Amoroso e Mannini che hanno ottenuto un 5/10. Questi testi sono stati ‘bocciati’ per non aver portato nulla di nuovo a livello di originalità linguistica.
Novità linguistiche e tendenze
“Non c’è dubbio che la quinquennale ‘cura Amadeus’, con largo spazio a stili musicali e a protagonisti più giovani, abbia dato i suoi effetti anche sul linguaggio delle canzoni, oggi sempre più medio e vicino al parlato quotidiano”. Tra le novità linguistiche, Coveri ha osservato l’uso sempre più frequente di strutture come la ‘dislocazione’ e il ‘che’ polivalente; persistono invece alcune caratteristiche della tradizionale grammatica delle canzoni italiane, come le rime in parole tronche e le inversioni lessicali.
Spazio poi alla gara per le parole più usate: sulle 30 canzoni in gara, vince “amore” con 13 occorrenze, seguita da “vita” (8 occorrenze), “cuore” e “mondo” (7 a parimerito) e “giorno” e “notte” (4 occorrenze). Sono poche invece le innovazioni lessicali entrate nella 74° edizione del Festival. L’unico testo a distinguersi è quello di Mahmood, Tuta Gold, in cui sono presenti numerosi lemmi tipici del gergo giovanile e moltissimi anglicismi.
I testi più provocatori
Il professore ha poi notato una certa volontà di provocare, soprattutto nelle canzoni dei gruppi che si richiamano al punk, come i toscani Bnkr44 o gli emo punk de La Sad. I disfemismi sono invece presenti in quasi tutte la canzoni ma è anche vero che le “parolacce” sono ormai parte del parlato quotidiano e non più tabù.
Il rap in dialetto di Geolier
Il professor Coveri ha elogiato il rapper napoletano Geolier per aver introdotto il dialetto nella sua musica, mettendo così in contatto un elemento storico con le forme più moderne di espressione artistica.