Sardegna: genitore ferisce con una testata l'insegnante del figlio. Aveva sgridato lo studente - Studentville

Sardegna: genitore ferisce con una testata l'insegnante del figlio. Aveva sgridato lo studente

In una scuola, un padre avrebbe colpito il docente di matematica del proprio figlio, dopo che il ragazzo gli ha confessato di essere stato rimproverato in classe. L'intervento dei Carabinieri e del 118.
Sardegna: genitore ferisce con una testata l'insegnante del figlio. Aveva sgridato lo studente

La violenza nelle scuole sembra essere ancora un tema molto delicato, anche per quanto riguarda gli insegnanti. Infatti, in una scuola della Sardegna, un professore di matematica è stato percosso da un genitore di un suo alunno. Il motivo? L’insegnante avrebbe rimproverato lo studente durante la sua lezione, poiché il ragazzo si stava comportando in modo inadeguato.

Il docente di 56 anni e con una buona esperienza alle spalle nell’ambito dell’insegnamento, ha cercato di fare il suo dovere riprendendo l’alunno, con l’intento di richiamare la sua attenzione, invitandolo all’ordine. Dopo tale avvertimento, l’allievo ha dimostrato un comportamento ancora più aggressivo e ha pronunciato insulti verso l’insegnante. Infine, ha abbandonato l’aula spontaneamente in preda alla rabbia.

Secondo le testimonianze, dopo qualche istante il ragazzo ha chiamato il proprio padre, il quale ha fatto irruzione all’interno della scuola con l’intento di discutere e chiedere spiegazioni al professore riguardo il rimprovero. Purtroppo, la conversazione è degenerata, poiché nel mezzo del corridoio dell’istituto il genitore ha percosso il docente dandogli una testata.

I presenti alla colluttazione hanno in seguito chiamato i Carabinieri e una ambulanza. Gli ufficiali sono intervenuti prontamente, con anche il supporto dei medici del 118, i quali hanno portato sia il professore, sia il genitore in ospedale per ulteriori accertamenti. Le Forze dell’Ordine che hanno prestato servizio stanno ancora analizzando la vicenda, cercando di capire se è il caso di querelare il padre del ragazzo per violenza, lesioni ed infine resistenza verso un pubblico ufficiale.

Percosse in un luogo scolastico: cosa dice la Legge?

Purtroppo sono sempre molti i casi di rissa negli istituti scolastici e spesso si sente parlare di genitori che commettono atti di violenza proprio sugli insegnanti.

In vista di ciò, cosa prevede la Legge in casi come questi? Il Codice Penale Italiano parla chiaro riguardo gli episodi di violenza e percosse in ambito scolastico. Nell’articolo 357 si specifica che un pubblico ufficiale ha il diritto e il dovere di esercitare una funzione di tipo legislativo, amministrativo e giudiziario. Secondo la sentenza n. 15367/2014, della Corte di Cassazione, un docente viene visto come “pubblico ufficiale“, che ha la possibilità di operare le corrispettive funzioni, qualora fosse necessario. In ambito scolastico, un docente deve gestire al meglio le comunicazioni e i colloqui con le famiglie degli alunni, operando secondo la Legge.

Se un genitore, dovesse quindi oltraggiare un insegnante o un pubblico ufficiale con la presenza di almeno altri due individui, secondo l’articolo n. 358 del Codice Penale, il suo atteggiamento potrebbe essere perseguibile come esprime il legislatore. Con queste normative vigenti, lo Stato cerca di salvaguardare i molteplici incarichi e le reputazioni, non solo del singolo individuo, ma soprattutto della Pubblica Amministrazione.

Il Governo sta ancora lavorando, attraverso delle proposte legislative, per risolvere la problematica dei genitori violenti nei confronti dei docenti, compresi anche gli studenti aggressivi dai quattordici anni in poi. Le norme attuali comunicano che in caso di violenza la pena prevista può arrivare fino a cinque anni di reclusione, mentre per quanto riguarda la condanna di oltraggio verso un pubblico ufficiale la prigionia è di tre anni. La Legge si rivolge anche a tutto il personale scolastico, compreso quello ATA. La proposta del Governo, perciò, è quella di allungare la pena a sette anni e mezzo di reclusione per le aggressioni e quattro anni e mezzo per le offese.

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