Una nuova polemica colora le scale di un istituto scolastico in Veneto. Stavolta è una scuola media di San Bonifacio, in provincia di Verona, a trovarsi al centro dell’attenzione per un’iniziativa inclusiva che ha previsto la realizzazione di una scala arcobaleno. Il caso segue quello già emerso nella città di Verona, dove un ragazzo di 13 anni si era rifiutato di salire una simile scala perché contrario alla comunità LGBTQIA+. Ciò che doveva essere un semplice progetto di abbellimento e sensibilizzazione si è trasformato in un acceso dibattito che coinvolge l’amministrazione comunale, la dirigenza scolastica e la comunità locale.
L’iniziativa inclusiva e il simbolismo dei gradini
La dirigente scolastica dell’istituto di San Bonifacio aveva ideato un progetto creativo per rendere l’ambiente scolastico più accogliente e stimolante. L’intervento consisteva nel colorare i gradini di una scala con diverse tonalità vivaci, associando a ciascun gradino una parola significativa dal forte valore educativo.
Tra i termini scelti figuravano “Rispettare”, “Sognare”, “Sorridere”, “Condividere”, “Ringraziare”, “Perdonare” e “Accogliere”, ma anche “Aver cura”, “Salutare” e “Chiedere scusa”. Questa iniziativa nasceva con l’intento preciso di promuovere valori universalmente positivi, incentivando quotidianamente gli studenti alla riflessione durante il loro passaggio sulle scale.
Nei piani della scuola, i colori e le parole avrebbero dovuto rappresentare un promemoria visivo dei principi fondamentali della convivenza civile e del rispetto reciproco, trasformando un elemento architettonico ordinario in uno strumento educativo permanente.
Reazioni e polemiche nell’ambiente scolastico
L’iniziativa ha scatenato un acceso dibattito quando il sindaco di San Bonifacio, esponente di Fratelli d’Italia, ha inviato una comunicazione ufficiale alla scuola suggerendo di ridipingere i gradini di un unico colore. Secondo il primo cittadino, la scala arcobaleno potrebbe essere “collegabile a specifiche ideologie” e quindi “suscitare reazioni di non condivisione”. La richiesta ha generato immediata opposizione da parte della dirigenza scolastica, creando una netta divisione nella comunità educativa locale.
La risposta istituzionale e il dialogo
La dirigente scolastica ha risposto al sindaco con una lettera ferma e decisa, indirizzata a tutto il personale, ai genitori e agli studenti. Nel suo messaggio ha chiarito che i colori scelti non presentano alcun riferimento ideologico, sottolineando di non aver ricevuto alcuna lamentela da parte della comunità scolastica.
La preside ha anche ironizzato sul fatto che qualsiasi scelta cromatica potrebbe sollevare obiezioni e ha posto l’accento sulle reali priorità dell’istituto: la manutenzione degli edifici, la sicurezza degli alunni e la disorganizzazione dei trasporti, questioni che lamenta essere state trascurate dall’amministrazione comunale.
Dal canto suo, il sindaco ha precisato al Corriere del Veneto di non aver mai imposto un cambiamento della scala, ma di aver semplicemente risposto a una richiesta di confronto dalla stessa dirigente su come gestire eventuali critiche. Il primo cittadino ha quindi proposto un incontro per affrontare la questione in modo costruttivo, cercando una soluzione che possa evitare fraintendimenti e conciliare tutti gli aspetti della vicenda.