La serie Netflix “Adolescence” sta conquistando numerosi spettatori in queste settimane, attirando anche l’attenzione del noto docente e influencer Vincenzo Schettini. Attraverso un video pubblicato su YouTube e condiviso sulla sua pagina Facebook, il professore ha offerto una riflessione profonda sul rapporto tra giovani, social media e istituzioni educative.
Al centro del suo intervento emerge una preoccupazione crescente: i ragazzi di oggi subiscono l’influenza costante del mondo digitale, mentre la scuola appare sempre più disconnessa dalla realtà che vivono quotidianamente i nostri figli, creando un divario comunicativo che rischia di lasciare i giovani senza guide adeguate nel complesso universo virtuale.
Schettini e la serie Adolescence
La serie “Adolescence”, recentemente diventata un fenomeno su Netflix, ha catturato l’attenzione del noto docente e influencer Vincenzo Schettini, che l’ha commentata in un video su YouTube e in un estratto sulla sua pagina Facebook. Nelle sue osservazioni, Schettini evidenzia come il mondo digitale abbia trasformato i meccanismi di influenza sui giovani: “Nei telefonini dei vostri figli non ci sono solo numeri di telefono da chiamare, anzi c’è tutto il resto tranne che quello”.
Il docente traccia un confronto significativo tra passato e presente: “Se una volta si poteva essere influenzati da un film, e se un genitore ti vietava di vedere quel film, dovevi andare a prendere la videocassetta, dovevi guardarlo di nascosto”. Oggi invece, sottolinea Schettini, con lo smartphone “è tutto troppo alla portata di mano”, e accanto alle tradizionali fonti educative – famiglia, scuola e amicizie – si è aggiunta una quarta componente determinante: “la rete, i social”.
Impatto dei social sui giovani e ruolo della scuola
La serie Netflix evidenzia una realtà che Schettini sottolinea con forza: il potere dei social nella vita dei giovani è diventato predominante. “Se una volta si veniva educati e influenzati dalla famiglia, dalla scuola e dalle amicizie, oggi c’è una quarta componente: la rete, i social”, afferma il docente con preoccupazione.
Questo nuovo elemento si inserisce in un contesto educativo che fatica ad adattarsi. La scuola appare come istituzione “completamente disconnessa dai nostri figli”, incapace di intercettare i loro interessi e bisogni reali. Il contrasto è evidente quando Schettini cita una scena della serie dove un poliziotto osserva amaramente: “Ma a te sembra che quei ragazzi stiano imparando qualcosa là dentro? A me sembrano tanti animali chiusi in un recinto, che scalciano solo per uscire”. Questa rappresentazione mette in luce il divario crescente tra metodi educativi tradizionali e il mondo digitale in cui i giovani sono immersi quotidianamente.
Dialogo tra adulti e giovani
“Noi adulti non sappiamo nulla“, afferma Schettini, sollecitando un dialogo aperto con i giovani. Il docente invita genitori e insegnanti ad affrontare insieme ai ragazzi i temi legati al mondo digitale, abbandonando l’illusione che siano al sicuro solo perché fisicamente presenti in casa o scuola. Non si tratta di imporre divieti, ma di costruire ponti comunicativi fondati sulla comprensione reciproca.