Il movimento Fridays For Future, con l’ashtag #PeopleNotProfit, indice un nuovo importante sciopero, programmato per il 23 settembre. Una nuova mobilitazione nazionale a difesa dell’ambiente cui ha già aderito la Flc Cgil.
Lo sciopero, infatti, non è rivolto solo ai lavoratori e agli studenti. Fridays For Future invita alla partecipazione tutte le associazioni, i sindacati e i movimenti.
Condivide lo stesso spirito anche Flc Cgil, che “chiama allora tutto il mondo dell’istruzione, della ricerca e della formazione a mobilitarsi con le giovani generazioni, condividendo obiettivi e aspirazioni dell’Agenda climatica per l’immediato futuro di Friday for Future (Trasporti e mobilità, Energia, Lavoro, Edilizia e povertà energetica, Acqua)”.
Questo perché “più avanzano la crisi climatica, la guerra e le diseguaglianze, infatti, più diventa urgente la necessità di convergere, tenendo insieme le ragioni della pace, della svolta nelle politiche ambientale, dell’intervento su diritti e salari“.
Il drammatico contesto internazionale, che vede al centro la guerra in Ucraina, ha reso tutto molto più instabile. Ma non si può far finta di niente. Il surriscaldamento globale e le problematiche che ne derivano hanno reso sempre più evidente che serve andare verso un cambiamento. È necessario costruire con urgenza un nuovo modello di sviluppo economico, ecologicamente e socialmente sostenibile.
Il coinvolgimento politico
La questione ambientale è entrata nel dibattito, ma ancora non è abbastanza. Le emissioni di CO2non si stanno riducendo, ma continuano ad aumentare. Il coinvolgimento della politica si fa sempre più necessario.
“Dopo quattro anni di scioperi, le persone si stanno svegliando, ma i responsabili politici sono ancora fermi”, afferma Alice Quattrocchi, una dei responsabili di Friday For Future di Catania. “Abbiamo organizzato marce e incontrato politici, ci siamo impegnati tutti i giorni per avere un impatto, oltre che per informare le persone di cosa succederà nei prossimi decenni. Oggi abbiamo davanti nuove elezioni, ma la crisi climatica è ancora assente dal dibattito. Più noi parliamo di clima, più i principali partiti sembrano fare a gara per prenderci in giro con belle parole a favore dell’ambiente, senza nessun piano completo, ma anzi chiedendo nuovi rigassificatori o altre misure che accelerano la catastrofe climatica”.
“Abbiamo un estremo bisogno di un piano di giustizia climatica e sociale che metta prima le persone e dopo il profitto” dice Agnese Casadei, altra responsabile di Fridays For Future. “Stiamo ancora correndo nella direzione sbagliata. La strada da percorrere è davvero lunga, ma siamo ancora qui e non abbiamo intenzione di fare alcun passo indietro“.
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