Una nuova mobilitazione di 24 ore bloccherà i trasporti senza fasce di garanzia per metro, tram e bus.
È già nell’aria da alcune settimane: venerdì 8 novembre 2024 chi utilizza il trasporto pubblico dovrà prepararsi a una giornata di pesanti disagi a causa di uno sciopero nazionale di 24 ore che coinvolgerà il trasporto locale senza offrire le consuete fasce orarie di garanzia. In gran parte delle città italiane metro, tram e bus potrebbero fermarsi del tutto, con pesanti ripercussioni sulla mobilità urbana e quotidiana di milioni di utenti. La protesta, promossa da numerose sigle sindacali, vuole sensibilizzare il pubblico e il Governo sulla “grave emergenza del settore” e chiedere un supporto strutturale per un comparto sempre più colpito da tagli di budget e mancanza di personale.
I motivi della protesta: “Mancano fondi e personale”
Lo sciopero dell’8 novembre è stato indetto da varie organizzazioni sindacali, tra cui Cub Trasporti, Sgb, Cobas Lavoro Privato, Adl Cobas, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Faisa-Cisal e Ugl-Fna, con l’intento di accendere i riflettori sulle problematiche strutturali che affliggono da tempo il sistema dei trasporti pubblici locali. “Il problema del trasporto è strutturale” hanno detto i sindacati, sottolineando come la mancanza di risorse e una programmazione carente abbiano portato al deterioramento delle condizioni operative, peggiorando anche la sicurezza di lavoratori e utenti.
L’agitazione non nasce solo dall’urgenza di rinnovare il contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) scaduto nel 2023, ma punta a mettere in evidenza un modello di mobilità collettiva che, secondo i promotori, “rischia di scomparire anche nelle grandi città”. Per la prima volta, i sindacati hanno deciso di attuare lo sciopero senza garantire le fasce protette, con l’obiettivo di sottolineare la gravità della situazione e stimolare un dibattito nazionale sulle sfide che il comparto dei trasporti pubblici deve affrontare. “L’assenza di risorse adeguate e di politiche mirate alla programmazione genera un sistema di mobilità incapace di rispondere alle esigenze della cittadinanza, con gravi carenze di personale operativo che si traducono in tagli al servizio e in un aumento degli episodi di aggressione ai danni di lavoratori e lavoratrici”.
Le città coinvolte e le fasce orarie di garanzia
L’impatto dello sciopero varierà da città a città. A Roma, l’agitazione interesserà sia la rete Atac sia le linee periferiche gestite dai privati; saranno assicurati i servizi essenziali solo dalle 5:30 alle 8:30 e dalle 17:00 alle 20:00, con una manifestazione prevista in mattinata davanti al Ministero dei Trasporti.
A Milano saranno garantiti alcuni collegamenti nelle linee M1, M2, M3 e M5 dalle 8:45 alle 15:00; sulla linea M4 il tratto San Babila-Linate rimarrà attivo per l’intera giornata mentre il servizio di superficie sarà assicurato dalle 8:45 alle 15:00 solo per le linee 2, 3, 4, 9, 10, 12, 24, 45, 54, 56, 57, 58, 60, 74, 81, 90, 91, 95 e 98.
A Torino, il servizio sarà parzialmente garantito dalle 6:00 alle 9:00 e dalle 12:00 alle 15:00 per la metro e per le linee principali (2, 3, 4, 5, 8, 9, 10, 11, 13, 15, 17, 18, 35, 36, 55, 68), anche se sono previsti comunque forti disagi.
A Bologna, Tper ha annunciato che i servizi urbani, suburbani ed extraurbani saranno fortemente ridotti o completamente assenti; anche il servizio del “Marconi Express”, che collega il centro città all’aeroporto, potrebbe non essere garantito per tutta la giornata.
A Napoli, al momento, non sono state comunicate informazioni ufficiali sulle linee garantite, quindi sono considerati a rischio tutti i mezzi, sia di superficie sia le linee metropolitane.
A Genova, Amt garantirà solo il 30% del servizio, con priorità ai collegamenti essenziali verso ospedali e stazioni ferroviarie.