Sciopero professori universitari 2017: oggi inizia il caos
Salta il primo appello: i professori non si presenteranno, siete avvisati. Parte oggi il blocco degli appelli in quasi 80 atenei italiani. Il conto è drammatico: almeno 5.444 professori e ricercatori parteciperanno; hanno firmato la proclamazione dello sciopero convalidato a fine luglio dalla Commissione di garanzia come “legittimo”. L’adesione potrebbe, però, essere più massiccia. Il blocco degli esami non si vedeva da tantissimo tempo: l’ultimo negli anni ’70.
Sciopero università: quanto dura e cosa sta succedendo
Lo sciopero è previsto fino al 31 ottobre: salterebbe, dunque, l’intera sessione di settembre per moltissimi ragazzi. Lo sciopero è stato indetto per chiedere che gli scatti stipendiali “bloccati nel quinquennio 2011-2015, vengano sbloccati a partire dal primo gennaio del 2015 e che il quadriennio 2011-2014 sia riconosciuto ai fini giuridici, con conseguenti effetti economici solo a partire dallo sblocco delle classi e degli scatti dal primo gennaio 2015”, notizia che si legge nel documento di mobilitazione diffuso dal Movimento per la dignità della docenza universitaria – che ha dato il via alla protesta -, controfirmato dagli aderenti e inviato anche al Miur.
Sciopero professori universitari 2017: la mappa regionale
Le adesioni più alte si sono registrate in Toscana, a Pisa, con 264 firmatari; Bologna segue con 258, nelle università milanesi (382 firmatari all’appello tra Statale, Politecnico e Bicocca) e a Bari (162). Il malessere degli accademici vola da Nord a Sud senza discriminazioni di sorta. I professori si asterranno dal primo appello degli esami programmati nel periodo fra il 28 agosto e il 31 ottobre. Gli esami verranno spostati al prossimo appello, con grande disappunto degli studenti.