Sciopero scuola 15 novembre
Nonostante l’anno scolastico non sia ancora iniziato – o, almeno, non per tutti – è già stato indetto il primo sciopero. E’ in programma venerdì 15 novembre, giorno nel quale gli studenti scenderanno in piazza per chiedere maggiori investimenti nel settore scolastico. A lanciare l’appello è l’Unione degli Studenti, che dopo un flashmob organizzato sotto il Ministero dell’Istruzione lo scorso venerdì, e dopo il sit-in di ieri, 9 settembre, davanti lo stesso ministero, come riporta l’Ansa, ha deciso di organizzare una mobilitazione più ampia fra un paio di mesi.
La protesta, come dichiarato dagli organizzatori, si focalizzerà sulla necessità di aumentare i fondi destinati all’istruzione, per garantire una migliore qualità dell’insegnamento e condizioni di studio adeguate per gli studenti. L’obiettivo? Quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità.
Il governo disinveste nell’istruzione
Come sottolinea Tommaso Martelli, coordinatore del sindacato studentesco, la situazione delle scuole italiane è in progressivo peggioramento, mentre i governi continuano a destinare risorse ad armi e conflitti. La conseguenza è che si disinveste nell’istruzione. Secondo Martelli, è di primaria importanza riprendere a investire nella scuola e nel futuro delle nuove generazioni.
Le critiche sono rivolte (anche) al ministro Valditara, che viene ritenuto responsabile di sostenere e promuovere un modello scolastico autoritario e competitivo, che contribuisce allo stress e al malessere psicologico degli studenti. Il tutto, mentre il sistema scolastico italiano presenta numerose criticità strutturali, che interessano sia la qualità delle infrastrutture che i crescenti costi del materiale didattico (libri in primis). Con le prevedibili conseguenze che questo comporta. Ovvero un’accesso all’istruzione non equo per tutti. E’ per questo che il sindacato studentesco ha indetto lo sciopero del prossimo 15 novembre insieme a Link e Rete della Conoscenza – proprio in occasione della Giornata internazionale dello studente – per richiamare l’attenzione su queste problematiche.
“Non vogliamo un’università che sia accessibile solo a pochi privilegiati”
Queste le parole, invece, di Arianna D’Archivio, coordinatrice di Link-Coordinamento Universitario. La quale ha ribadito come gli studenti vogliano un’università per tutti. “Un’università in cui il diritto allo studio sia una realtà, non l’ennesimo strumento per metterci in competizione, vogliamo un’università in cui la conoscenza e il sapere siano protagonisti senza lasciare spazio a dinamiche di mercato”.
Si rivendicherà un modello di scuola differente
In occasione del grande sciopero previsto per il 15 novembre, gli studenti rivendicheranno un modello di scuola diverso, che si fondi sui bisogni e sul coinvolgimento attivo degli studenti. Ovvero un sistema educativo che metta al centro chi la scuola la vive quotidianamente, garantendo spazi di partecipazione e ascolto per gli studenti. In netta opposizione alle politiche attuali del ministero e del governo, ritenute distanti dalle esigenze reali del mondo scolastico. La richiesta è chiara: un’istruzione che non sia autoritaria e competitiva, ma inclusiva, accessibile e in grado di rispondere alle reali necessità degli studenti.
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