Scuola, a Milano mancano insegnanti di sostegno: presidi in difficoltà con gli interpelli - Studentville

Scuola, a Milano mancano insegnanti di sostegno: presidi in difficoltà con gli interpelli

Carenza di insegnanti di sostegno nelle scuole milanesi.
Scuola, a Milano mancano insegnanti di sostegno: presidi in difficoltà con gli interpelli

La carenza di insegnanti di sostegno nelle scuole milanesi

La grave mancanza di insegnanti di sostegno nelle scuole milanesi sta creando profondi disagi per gli studenti con disabilità e le loro famiglie. Come riportato dal Corriere della Sera, alcuni alunni sono costretti a entrare a scuola con ritardi di due ore o a uscire prima a causa dell’insufficienza di personale qualificato. Per manifestare il loro disagio, gli studenti di due istituti hanno organizzato flash mob, durante i quali hanno cantato “Credo negli esseri umani” di Marco Mengoni, accompagnati da genitori e insegnanti.

Le criticità principali: carenza di personale e riduzione del tempo pieno

Due sono le criticità principali emerse: la mancanza di insegnanti di sostegno e l’incapacità di garantire l’orario completo del tempo pieno in alcune scuole. “Le cattedre di sostegno che ci hanno assegnato sono insufficienti rispetto alle reali necessità” – denunciano gli insegnanti di un istituto -. Senza queste risorse, non è possibile offrire un’istruzione di qualità per tutti. La scuola non è solo sorveglianza”.

Anche i genitori vivono queste difficoltà. Una mamma di un alunno di seconda elementare dichiara: “Mio figlio avrebbe diritto a 22 ore di sostegno settimanali, ma finora ne riceve solo 16”.

Una situazione critica che coinvolge molti istituti

In numerosi istituti comprensivi della città, la situazione è estremamente critica. Un istituto lamenta la mancanza di 10 insegnanti di sostegno, mentre in un altro ne mancano addirittura 21. Una dirigente scolastica racconta le difficoltà nel trovare personale attraverso le procedure di interpello, segnalando la ricezione di candidature del tutto inappropriate, come quella di “uno spogliarellista e una cameriera”. Inoltre, alcuni docenti assunti rinunciano all’incarico subito dopo aver accettato, aggravando ulteriormente la situazione. “Una segretaria ha preso servizio e il giorno dopo ha chiesto due anni di aspettativa. Stessa cosa per una collaboratrice scolastica –  riferisce la preside -. Se si continua così, si rischia il collasso del sistema”.

Il ritardo nell’attivazione del tempo pieno

Un’altra problematica emersa riguarda il ritardo nell’attivazione del tempo pieno in alcune scuole. Di fronte a questa mancanza, molte famiglie hanno dovuto rivolgersi a cooperative private per garantire la copertura oraria completa, una soluzione che non tutti possono permettersi. “Non è accettabile che si debba ricorrere al privato per colmare una grave lacuna del sistema pubblico” – sottolinea una madre.

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