Gravi problemi scolastici? – Evidentemente non ci dormivano la notte. Si giravano e rigiravano nel letto, tormentati da questo terribile pensiero. Non riuscivano più a sopportare che la “loro” scuola superiore, situata in quel di Bologna, portasse il nome di Dante Alighieri. Sapete com’è: antico. Allora, un bel giorno, i componenti del consiglio di istituto hanno bussato alla porta della giunta comunale per chiedere di sostituire Dante con Fabrizio De Andrè. Qualcuno, in un periodo in cui si dovrebbe avere ben altro a cui badare, avrebbe liquidato la cosa con una risata o con un certo stupore. Invece no, i rappresentanti istituzionali hanno deciso di esaudire il desiderio. Mettendo pure nero su bianco una pomposa delibera in cui – fra l’altro – si legge: “La produzione artistica di Fabrizio De Andrè, ponendo l'attenzione verso gli esclusi e verso il senso profondo della libertà interiore, ha saputo dimostrare che anche la canzone, quando è opera di alto livello, si configura come nuova letteratura e nuova poesia popolare e che, proposta ai ragazzi con l' immediatezza del linguaggio musicale, può avviarli ed accompagnarli in un percorso di appropriazione della cultura in tutte le sue forme espressive sino alle più complesse”.
POVERO DANTE!
Passare a De Andrè per lasciare Dante? – Fin qui siamo tutti d’accordo, per carità. Il valore di De Andrè è indiscusso. Non capiamo, però, come ciò possa diventare il punto di partenza per mandare in soffitta Dante Alighieri. Come fosse un pinco pallino qualsiasi che ormai odora di muffa, insomma. La cosa che ancor di più lascia perplessi è che sono stati i prof a “battersi” per realizzare tale cambiamento, e non i ragazzi. Anzi, se l’iniziativa avesse preso il via da loro, il fatto sarebbe apparso più comprensibile (anche solo per una questione anagrafica). Invece raccontano che anche molti studenti abbiano accolto la decisione e la relativa notizia con qualche perplessità. Ma che volete, i prof non ci dormivano più la notte…