Scuola superiore in 4 anni: in arrivo in altri 170 istituti
Sono state avviate in via sperimentale nel corso del 2018 dall’allora Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca a seguito del bando emanato il 18 ottobre 2017. Con la possibilità, per ogni scuola, di poter introdurre una sola classe sperimentale. Adesso, a distanza di diversi anni, le scuole superiori di durata quadriennale non solo sono diventate piuttosto numerose, ma sono state oggetto di studi che ne hanno dimostrato la stessa validità, in termini di apprendimento e di acquisizione di competenze, delle scuole superiori “tradizionali”. Ovvero quelle che prevedono un percorso di studi di 5 anni.
Scuola superiore in 4 anni, il successo della sperimentazione
La loro attivazione prosegue talmente bene che – considerato il successo della sperimentazione, già in atto in 240 scuole superiori d’Italia – il ministero dell’Istruzione e del Merito ha annunciato che verranno a breve attivate in altri 170 istituti. Di questo argomento ha parlato il MIM, tramite la sua portavoce – nonché Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del ministero – Carmela Palumbo, durante la trasmissione radiofonica ‘Tutti in classe’, andata in onda su Rai Radio 1.
Come dichiarato durante l’intervista, Palumbo ha sottolineato come la sperimentazione avesse l’obiettivo di “valutare la qualità degli apprendimenti degli studenti in uscita da un percorso quadriennale per capire se le competenze acquisite fossero le stesse di coloro che si diplomano in 5 anni”. E, per farlo, si è fatto affidamento sui risultati venuti fuori dai test Invalsi sulle competenze di base. In base a questi è stato accertato che gli studenti che hanno concluso un percorso di studi quadriennale, hanno acquisito competenze paragonabili a quelle conseguite dai loro coetanei che, però, hanno concluso un tradizionale percorso scolastico.
Stesso livello di competenze, come è possibile?
Detto questo, la domanda sorge spontanea. Ma come è possibile che al termine dei due percorsi di studi si acquisiscano le stesse competenze? Ebbene, come anche sottolineato da Carmela Palumbo, per farlo le scuole sono partite dai programmi dei percorsi quinquennali e, sulla base di questi, hanno valutato quali dovessero essere i traguardi da raggiungere. Si è quindi proceduto a individuare, per ogni materia, gli argomenti dei quali non si sarebbe proprio potuto fare a meno e, in sostanza, li si è distribuiti nei programmi dei 4 anni. Naturalmente, accanto a questa strategia, si è pensato di usare anche delle soluzioni – in termini di organizzazione – finalizzate al potenziamento delle ore di apprendimento. Ad essere stati parte attiva della sperimentazione, oltre gli studenti ci sono stati anche i docenti, che sono stati sottoposti ad una formazione incentrata sulla didattica per competenze.
Alla luce di quanto visto, quale sarà il futuro delle scuole superiori di durata quadriennale? Come dichiarato da Palumbo, si potrebbe giungere a far diplomare tutti gli studenti italiani a 18 anni anziché a 19, così come succede in diversi altri Paesi all’Estero. I risultati della sperimentazione potranno servire, quindi, al Governo, per decidere o meno se muoversi in tale direzione. E’ indubbio il fatto che il Ministero propenda per “l’introduzione permanente del percorso quadriennale nell’ordinamento scolastico, così da mettere gli studenti italiani sullo stesso livello di quelli degli altri Paesi per quanto riguarda l’entrata nel mondo del lavoro o l’iscrizione all’università”.
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