Scuole al via con 200mila insegnanti precari e più di 1.000 istituti senza presidi - Studentville

Scuole al via con 200mila insegnanti precari e più di 1.000 istituti senza presidi

In quasi tutta Italia è inizia la scuola, ma numerosi istituti italiani sono ancora senza presidi. E preoccupa anche il dato dei 200mila insegnanti precari.
Scuole al via con 200mila insegnanti precari e più di 1.000 istituti senza presidi

In diverse regioni d’Italia, la scuola è iniziata per moltissimi studenti, ma ancora una volta si registra un problema non indifferente per la didattica italiana, ovvero il precariato dei docenti.

Più di mille scuole sono ancora prive di presidi, infatti le lezioni in questa settimana sono iniziate con circa duecentomila insegnanti precari. Per quanto riguarda il personale ATA, in questo anno scolastico la quota è aumentata al di sopra delle cinquantamila unità. Ciò significa che ci sono ancora pochi insegnanti in base alla richiesta degli istituti, lasciando molte incognite per l’organizzazione didattica annuale.

I sindacati hanno colto il momento opportuno per analizzare il problema, lasciando delle dichiarazioni piuttosto critiche in merito alla situazione scolastica in Italia:

“Ci sono moltissimi problemi da risolvere, le classi sono state aperte nel modo sbagliato, poiché ci sono più di duemila istituti con metà dirigenze. Inoltre, l’urgenza più imminente è la procedura dell’inserimento dei progetti legati al Pnrr. I presidi devono compiere tutti gli atti entro fine mese”.

Il sindacato dei presidi italiani Dirigentiscuola, ha successivamente espresso che sono ancora presenti numerosi problemi legati alle infrastrutture delle scuole, con aule e edifici fatiscenti non agibili. Questi molteplici aspetti sono certamente dei fattori difficili da gestire, insieme al problema legato al precariato dei docenti. Insomma, la scuola italiana presenta ancora delle incertezze riguardo la gestione del sistema di docenza e didattico.

Il ministro Giuseppe Valditara, però, ha augurato a tutti gli studenti italiani un buon anno scolastico, confermando che per una organizzazione più efficiente, il MIM ha applicato delle misure più semplificate e dirette.  Il ministro del dicastero ha infine  pronunciato con tono fiducioso:

“Dal punto di vista degli studenti e dal punto di vista delle istituzioni, l’inizio è sempre nuovo, proprio come l’avvio dell’anno scolastico. Il centro di un sistema di istruzione moderno deve essere la persona”.

Il problema del precariato per gli insegnanti italiani

Sebbene la regolamentazione dei docenti debba essere gestita sin dai primi giorni di scuola, l’anno scolastico 2023/2024 per la maggior parte degli istituti italiani non è partito nel migliore dei modi. Il contesto problematico e difficoltoso di assunzione dei docenti è rimasto come gli anni precedenti.

La situazione di precarietà scolastica è purtroppo in parte condizionata sia dal caro vita, sia dal caro casa. Così è stato anche affermato dal coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio. Il direttore del sindacato ha rilasciato, inoltre, una dichiarazione importante in merito, dalla quale si evince una preoccupazione per la situazione:

“Il sistema di reclutamento dei docenti continua ad essere in affanno. In diverse zone d’Italia, soprattutto al nord, non si riescono a coprire i posti a causa della presenza di più istituti e studenti iscritti. Per questo si ricorre maggiormente al precariato. Inoltre, il caro vita e il caro casa incidono purtroppo in tutte le città, senza distinzione geografica”. 

Secondo molti sindacati, uno dei problemi principali del precariato in Italia nell’ambito didattico è probabilmente una mancata buona gestione del sistema e delle graduatorie. Giuseppe D’Aprile, segretario dell’Uil Scuola, ha confermato che in moltissimi casi si sono pubblicate graduatorie sbagliate, con conseguenti ritiri dei docenti, facendo ricadere così ogni responsabilità sulle segreterie, sugli insegnanti in supplenza, ed infine su tutti i dirigenti di scuola.

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