Il progetto “Scuole sempre aperte” avviato con gli studenti dell’IC 12 Farini e dell’ISS Belluzzi-Fioravanti a Bologna, rappresenta una novità nel sistema scolastico italiano. Secondo quanto dichiarato dal sindaco di Bologna, Matteo Lepore, non si tratta solo di un esperimento destinato a finire, ma di un modello da replicare a livello nazionale, con l’obiettivo di migliorare la capacità di intervento e di offrire opportunità ai ragazzi di questa fascia d’età. Ma in cosa consiste, e cosa propone agli studenti? Lo approfondiamo di seguito.
Il progetto “Scuole sempre aperte” a Bologna
L’obiettivo del progetto “Scuole sempre aperte” è quello di offrire agli studenti un’opportunità in più di apprendimento e di sviluppo, oltre a favorire la partecipazione attiva dei ragazzi nella produzione di contenuti culturali ed artistici. Si tratta di un’iniziativa che punta a valorizzare la scuola come luogo di crescita e di opportunità per i giovani, promuovendo una maggiore apertura e disponibilità degli spazi scolastici anche al di fuori dell’orario scolastico tradizionale.
Grazie ad un finanziamento di circa 100 mila euro di fondi europei, e all’impegno del Comune di Bologna, le due scuole medie coinvolte nel progetto potranno restare aperte fino alle 17.00, offrendo agli studenti non solo la possibilità di fare i compiti, ma anche di partecipare a laboratori di arte, fumetto, videomaking e podcast. Gli spazi esterni saranno utilizzati anche per attività sportive e all’aria aperta. Inoltre, il progetto prevede la collaborazione con alcune realtà del terzo settore, come Dry-Art Ets per l’IC 12 Farini e il consorzio Scu.Ter-Scuola Territorio all’ISS Belluzzi-Fioravanti, per offrire una varietà di attività ed esperienze ai ragazzi.
La dirigente: “Il progetto è stato costruito insieme ai ragazzi”
L’IC12, guidato dalla dirigente Filomena Massaro, ha sviluppato un’idea di progettazione costruita insieme agli studenti anziché semplicemente offerta loro. Questo approccio permette agli stessi di indicare le proprie esigenze, considerando come abbiano vissuto tre anni difficili, durante i quali hanno mostrato sì una forte predisposizione all’uso dei social media, ma anche una diminuita capacità di relazionarsi di persona, anche se tale aspetto era già presente – seppur in maniera minore – prima della pandemia.
L’obiettivo è riaprire la relazione tra i ragazzi e stimolarli a conoscere il territorio, come ad esempio luoghi simboli della città come Piazza Maggiore, che molti di loro non conoscono fisicamente. Questo non dipende dall’etnia o dalla fascia sociale, ma è un’opportunità offerta a tutti, come sottolineato anche dal sindaco e dall’assessore Daniele Ara. Le attività pomeridiane sono rivolte a tutti i ragazzi e l’obiettivo è di affiancarli culturalmente e socialmente.
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