Settimana corta: il caso a Torino
Da tempo ci si chiede se sia giusto o no introdurre la settimana corta a scuola ed è scoppiato un vero e proprio caos in un liceo di Torino, stiamo parlando del liceo artistico Cottini di Santa Rita. Il preside e i docenti preferirebbero passare ad un orario settimanale più corto con lezioni dal lunedì al venerdì, mentre il sabato a casa. Ovviamente non si perderebbero ore di lezione, in quanto ci sarebbe un aumento nelle altre giornate con tanto di uno più rientri pomeridiani. In questo modo si potrebbero ottimizzare tempi e costi, in quanto l’istituto resta aperto anche la sera per dei corsi. Con la chiusura del sabato ci sarebbe un risparmio di luce e riscaldamento, oltre che di stipendi per il personale.
Settimana corta: la polemica di genitori e studenti
Non sono d’accordo però né i genitori, né gli studenti: una ricerca fa sapere che il 72 per cento degli alunni e dei loro genitori è contrario con picchi dell’82 per cento tra chi fa parte del triennio. Ha spiegato la rappresentante dei genitori: “La principale opposizione arriva dai ragazzi. Già adesso molti di loro, quelli che vivono lontano, non tornano a casa prima delle 15,30-16, e devono ancora fare i compiti e studiare. Allungare ancora significherebbe non avere più la possibilità di fare alcunché nelle loro giornate“. Ovviamente ha specificato il dirigente scolastico che la proposta deve essere prima sottoposta al parere degli organismi di rappresentanza dei genitori e degli studenti. Non sembra però mettere d’accordo tutti.
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Caro bollette: scuola chiusa anche il sabato? Arriva la proposta
Ricordiamo che qualche mese fa è stata lanciata una proposta dal vicepresidente della Provincia di Verona con delega a Istruzione ed Edilizia scolastica David Di Michele di chiudere la scuola il sabato per risparmiare su gas ed energia. “Non è competenza del presidente della Provincia dire come la scuola si deve e deve formare – ha dichiarato Stefano Marcon, presidente dell’ente a Treviso e sindaco del Comune di Castelfranco Veneto, oltre che vicepresidente vicario di Upi nazionale – ridurre servizi o cambiarli per risparmiare soldi non è una buona idea. Io credo che qualcuno debba intervenire a livello governativo per risolvere questa problematica che obiettivamente c’è e riguarderà tutti gli enti locali“. Cosa accadrà nel prossimo anno scolastico?