Se l’uso degli strumenti digitali ci ha di molto facilitato la vita in tantissimi ambiti, dall’altro ha causato un isolamento piuttosto preoccupante, soprattutto tra i più giovani. Ha comportato la riduzione dei rapporti “faccia a faccia”, una dipendenza dall’uso del web e dei social in particolare, ed ancora un senso di inadeguatezza per il continuo confronto con le vite degli altri online. Tutto questo ha portato, in molti casi, a sviluppare sentimenti di inadeguatezza ed inferiorità, che dalla loro hanno contribuito ad accrescere, appunto, l’isolamento sociale. Per contrastarlo e favorire la socializzazione tra i giovani, alcune scuole di Siracusa hanno ideato un interessante e promettente progetto che, ci si auspica, ottenga il risultato desiderato.
Sfida tra scuole a calciobalilla a Siracusa
Il torneo di calcio balilla, in questo consiste, coinvolge 10 istituti comprensivi della città e fa parte di un ampio progetto chiamato “Scuola e sport”, coordinato e patrocinato dal Comune, il cui obiettivo è quello di spingere i ragazzi a uscire dall’isolamento causato dall’uso eccessivo degli strumenti informatici. L’iniziativa mira a favorire momenti di socializzazione e a superare le differenze tra i ragazzi, rafforzando l’inclusione e l’autostima dei partecipanti attraverso la competizione sportiva, utilizzando uno dei giochi da tavolo più popolari, ovvero il calcio balilla.
Il torneo è stato avviato lo scorso lunedì e si protrarrà fino al 3 maggio, con le gare che si svolgeranno nei singoli istituti. Ogni istituto deve selezionare sei squadre, composte da due squadre di prima media, due di seconda e due di terza, per partecipare alle finali che avranno luogo nella palestra “Pino Corso” a partire dal 4 maggio e che costituiranno naturalmente l’evento culminante del torneo. La Chindemi, Santa Lucia, Archimede, Wojtyla, Orsi, Vittorini, Falcone-Borsellino e Archia, Lombardo Radice e Costanzo sono le scuole coinvolte che si sfideranno a colpi di balilla.
Isolamento sociale, come combatterlo
L’isolamento sociale può diventare un problema significativo con potenziali preoccupanti effetti negativi sulla salute mentale dei giovani. Esistono diverse strategie per combatterlo, come ad esempio l’incoraggiamento a partecipare ad attività sociali come eventi sportivi (è proprio il caso del progetto di Siracusa), attività artistiche o culturali, dai quali si può sviluppare un senso di comunità e di appartenenza.
Utile può essere anche il coinvolgimento in attività di volontariato, che possono fornire ai ragazzi l’opportunità di connettersi con altre persone che condividono interessi simili. Nei casi più estremi, può essere indispensabile cercare supporto professionale da uno psicologo o un medico per affrontare in maniera adeguata le sfide il giovane si trova ad affrontare in un tale momento di solitudine.
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