La Francia impone una svolta decisiva sull’uso degli smartphone nelle scuole, estendendo le limitazioni fino a 15 anni. Il provvedimento, che entrerà in vigore da settembre, obbliga gli studenti a riporre i dispositivi in armadietti o custodie sigillate prima di entrare in aula.
L’obiettivo è chiaro: migliorare la concentrazione e favorire le interazioni sociali tra i giovani. Dopo una sperimentazione di sei mesi in circa cento istituti, i feedback raccolti appaiono promettenti, con benefici tangibili sull’atmosfera scolastica. Anche l’Italia sta muovendo i primi passi in questa direzione, seppur con un approccio meno rigido, lasciando maggiore autonomia decisionale alle singole scuole.
La pausa digitale in Francia
La Francia ha imposto una “pausa digitale” obbligatoria per studenti fino a 15 anni, estendendo le limitazioni fino alla fine delle scuole medie. Dal prossimo settembre, gli alunni dovranno riporre i propri smartphone in armadietti o custodie sigillate prima di entrare in classe. I dispositivi dovranno rimanere spenti negli zaini, senza possibilità di utilizzo nemmeno durante la ricreazione. Questa misura, testata per sei mesi in circa cento scuole, mira a ridurre l’impatto delle tecnologie sulla concentrazione e sulle interazioni sociali dei giovani, con risultati già promettenti.
Benefici e risultati della sperimentazione
I risultati della sperimentazione nelle scuole francesi hanno evidenziato benefici concreti e misurabili. Gli studenti hanno mostrato un significativo aumento delle interazioni sociali tra pari, dedicando più tempo ad attività fisiche durante le pause invece di isolarsi con i dispositivi. La concentrazione in classe è notevolmente migliorata, con insegnanti che riportano una partecipazione più attiva alle lezioni e una maggiore capacità di attenzione.
Particolarmente rilevante è stata la riduzione dei casi di bullismo, fenomeno spesso alimentato dall’uso improprio dei social media. Il ministro dell’Istruzione Élisabeth Borne ha sottolineato come i feedback ricevuti siano stati “del tutto positivi”, con un sensibile miglioramento dell’atmosfera scolastica generale. Questa esperienza positiva potrebbe rappresentare un modello da seguire anche per altri paesi europei che stanno affrontando problematiche simili legate all’uso eccessivo della tecnologia tra gli adolescenti.
Il percorso in Italia
Rispetto alla rigorosa normativa francese, l’Italia ha adottato un approccio più flessibile. Per l’anno scolastico 2024/2025, il cellulare è stato bandito nelle scuole dell’infanzia e nel primo ciclo di istruzione, ma la gestione concreta dei dispositivi è lasciata all’autonomia dei singoli istituti, senza prevedere specifiche modalità di sequestro come in Francia.
Preoccupanti i dati emersi dallo studio di Save the Children, che rivela come quasi un bambino su tre tra i 6 e i 10 anni utilizzi quotidianamente lo smartphone, con percentuali che raggiungono il 44,4% al Sud e nelle Isole, contro il 23,9% del Nord, evidenziando la necessità di un intervento più strutturato anche nel contesto italiano.