Stiamo sempre a lamentarci di quanto i professori siano severi, di quanto siano intransigenti in fatto di compiti in classe, esigenti durante le interrogazioni alla lavagna. E di quanto siano fin troppo spesso stretti di manica nell’elargire i voti. Non tutti, eh. Ma in questo caso, forse, sarebbe bastato anche meno. Ci riferiamo all’episodio che ha avuto come protagonista una professoressa del liceo Peano, zona Vigna Murata, di Roma. La docente, durante la seconda prova degli esami di maturità 2022/2023 – quella di matematica – non si sarebbe limitata ad aiutare i ragazzi. Avrebbe fatto molto di più: si sarebbe attaccata la soluzione degli esercizi di matematica sulla schiena.
Aveva fatto copiare gli alunni durante la seconda prova
Il gesto, ovviamente, seppur probabilmente gradito da parte degli studenti (insomma, chi non ha mai sognato di ricevere un aiuto durante i tanto temuti esami di stato, quando la tensione è alle stelle e non ti permette di concentrarti come dovresti?) non è passato inosservato. A denunciarlo sono stati i genitori di alcuni degli studenti. Già, perché la docente, nel fornire la soluzione al quesito, non avrebbe agevolato tutti, bensì solo una parte dei maturandi. Si è attaccata sulla schiena un foglio bianco con scritta a penna la soluzione del compito ma, nel mostrarla, non tutti l’avrebbero vista.
Chi non era riuscito a usufruirne aveva poi raccolto le prove necessarie per “incastrarla”. I ragazzi, nonostante l’uso dello smartphone sia vietato nell’ambito dei compiti in classe, avevano anche scattato delle fotografie. Quindi, con quanto raccolto avevano contattato l’Ufficio scolastico regionale per ottenere giustizia. A quel punto erano intervenuti anche alcuni genitori, che avevano chiesto di far ripetere l’esame a causa dell’alterazione del normale svolgimento della prova. A tale proposta non si era poi dato seguito in quanto, come spiegato da Anna Paola Sabatini, direttore dell’URS, non erano state riscontrate “le condizioni per consentirne la ripetizione”. A differenza di quanto, invece, era accaduto sempre nello stesso periodo in un liceo della provincia di Messina. Per questo, la prof era finita sotto la lente dell’Ufficio, che avrebbe dovuto decidere in merito alle sue responsabilità.
La professoressa è stata sospesa
L’esito è arrivato qualche giorno fa. Questo gesto di altruismo le è costato caro: la donna, come è stato confermato dall’URS, dovrà lasciare la cattedra, almeno per un periodo: è stata sospesa per un mese. Mese durante il quale non potrà contare sulla sua retribuzione. Prevista dal “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione”, si tratta di una decisione severa che, per l’Ufficio che l’ha presa, sarebbe però corretta. Secondo quanto trapelato, sarebbe stata la stessa prof a comunicarlo ai suoi studenti, non senza un filo di commozione. Nel frattempo, nel tentativo di fare il bene della scuola, i rappresentanti d’istituto hanno invitato i compagni a non rilasciare interviste o dichiarazioni alla stampa per tutelare l’immagine del liceo. Specie in periodo di iscrizioni al prossimo anno scolastico.
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