Seconda Guerra Mondiale
L’offensiva tedesca sul fronte occidentale ebbe inizio il 10 maggio 1940 e si risolse di poche settimane in un nuovo travolgente successo. A provocare la sconfitta furono soprattutto gli errori dei comandi fortificazioni difensive che costituivano la Linea Maginot: fortificazioni che fra l’altro coprivano solo la frontiera franco-tedesca lasciando scoperto il confine col Belgio e col Lussemburgo, da dove in realtà veniva la minaccia più seria.
Infatti, come nel 1914, i tedeschi iniziarono l’attacco violando la neutralità dei piccoli Stati confinanti. Questa volta, oltre al Belgio, furono invasi anche Olanda e Lussemburgo. Fra il 12 e il 15 maggio, dopo aver attraversato velocemente la foresta delle Ardenne (ritenuta dai francesi invalicabile dai carri armati), i reparti corazzati tedeschi sfondarono le linee nemiche nei pressi di Sedan. Le truppe tedesche dilagarono quindi in territorio francese e puntarono verso il mare, chiudendo in una sacca molti reparti francesi e belgi e l’intero corpo di spedizione inglese, appena sbarcato sul continente. Solo un momentaneo rallentamento dell’offensiva consentì al grosso delle forze britanniche, assieme a circa 100.000 fra belgi e francesi, un drammatico reimbarco nel porto di Dunkerque (29 maggio-4 giugno). Il 14 giugno i tedeschi entravano a Parigi mentre interminabili colonne di profughi si riversavano verso il Sud.
Intervento Italiano
Il crollo repentino della Francia valse a spazzar via le ultime esitazioni di Mussolini, deciso a non consentire che l’Italia restasse spettatrice nel conflitto. Il 10 giugno 1940, dal balcone di Palazzo Venezia, il duce annunciava a una folla plaudente l’entrata in guerra dell’Italia “contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente”. L’offensiva sulle Alpi, sferrata il 21 giugno in condizioni di netta superiorità numerica contro un avversario praticamente già sconfitto, si risolse però in una grossa prova di inefficienza. L’armistizio subito richiesto dalla Francia e firmato il 24 giugno prevedeva solo qualche minima rettifica di confine oltre alla smilitarizzazione di una fascia di territorio francese profonda 50 chilometri. Non diversamente andarono le cose in Africa Settentrionale, dove l’attacco lanciato a settembre contro le forze inglesi in Egitto dovette arrestarsi per l’insufficienza dei mezzi corazzati. Mussolini, convinto che l’Italia dovesse combattere una sua guerra, parallela a quella tedesca, rifiutò un’offerta d’aiuto da parte della Germania, preoccupato di sottrarsi alla tutela del più potente alleato.
Battaglia d’Inghilterra
Dal giugno 1940, la Gran Bretagna era rimasta sola a combattere contro la Germania e i suoi alleati. A questo punto Hitler sarebbe stato disposto a trattare, a patto di vedersi riconosciute le sue conquiste. Ma ogni ipotesi di tregua trovò un ostacolo insuperabile nella volontà della classe dirigente e del popolo britannico di continuare la lotta.
Hitler attacca la Russia
Con l’attacco tedesco all’Unione Sovietica, all’inizio dell’estate 1941, la guerra entrò in una nuova fase. Un altro vastissimo fronte si aprì in Europa orientale. La Gran Bretagna non fu più sola a combattere. Lo scontro ideologico si semplificò e si radicalizzò col venir meno dell’anomala intesa fra nazismo e regime sovietico.
Che l’URSS costituisse da sempre il principale obiettivo delle mire espansionistiche di Hitler non era un mistero per nessuno. Stalin si illuse tuttavia che Hitler non avrebbe mai aggredito la Russia prima di aver chiuso la partita con la Gran Bretagna. Così, quando il 22 giugno 1941 l’offensiva tedesca (denominata in codice operazione Barbarossa) scattò su un fronte lungo 1600 chilometri, dal Baltico al Mar Nero, i russi furono colti impreparati. In due settimane le armate del Reich penetrarono in territorio sovietico per centinaia di chilometri. L’offensiva a cui prese parte anche un corpo di spedizione italiano si sviluppò su due direttrici principali: a Nord, attraverso le regioni baltiche, e a Sud, attraverso l’Ucraina, con l’obiettivo di raggiungere le zone petrolifere del Caucaso. Ma l’attacco decisivo verso Mosca fu sferrato troppo tardi, all’inizio di ottobre, e fu bloccato a poche decine di chilometri dalla capitale. In dicembre i sovietici lanciavano la loro prima controffensiva, allontanando la minaccia da Mosca. Hitler aveva mancato l’obiettivo di mettere fuori causa in pochi mesi l’URSS ed era costretto a tenere il grosso del suo esercito immobilizzato nelle pianure russe, alle prese con un terribile inverno e con una resistenza sempre più accanita.
Entrata in Guerra degli USA
Il 7 dicembre 1941, l’aviazione giapponese attaccò, senza previa dichiarazione di guerra, la flotta degli Stati Uniti ancorata a Pearl Harbor, nelle Hawaii, e la distrusse in buona parte. Fu così che gli USA entrarono attivamente nella Seconda Guerra Mondiale
La Battaglia delle Midway
Fra il 1942 e il 1943, l’andamento della guerra subì una svolta decisiva su tutti i fronti. 1 primi segni di inversione di tendenza si ebbero nel Pacifico, dove la spinta offensiva dei giapponesi fu fermata Nuova Guinea, e nella Battaglia delle Midway, a ovest delle Hawaii: le prime battaglie navali in cui le flotte si affrontarono senza vedersi, a decine di chilometri l’una dall’altra, bombardandosi a vicenda con gli apparecchi che decollavano dalle grandi portaerei.
Sbarco in Sicilia e Armistizio Italiano
Il 10 luglio 1943, i primi contingenti anglo-americani sbarcavano in Sicilia e in poche settimane si impadronivano dell’isola, mal difesa da truppe in larga parte convinte dell’inevitabilità della sconfitta. Anche la popolazione locale non oppose alcuna resistenza e spesso accolse gli alleati come liberatori.
Sbarco in Normandia
L’Operazione Overlord (questo il nome in codice dello sbarco in Normandia) scattò all’alba del 6 giugno 1944, preparata da un’impressionante serie di bombardamenti e da un nutrito lancio di paracadutisti. Alla fine di luglio, dopo due mesi di combattimenti, gli alleati riuscirono a sfondare le difese tedesche e a dilagare nel Nord della Francia.
Fine della Seconda Guerra Mondiale
Il 30 aprile, mentre i russi stavano entrando a Berlino, Hitler si suicidò nel bunker sotterraneo dove era stata trasferita la sede del governo, lasciando la presidenza del Reich all’ammiraglio Karl Dónitz, che chiese subito la resa agli alleati. Il 7 maggio 1945, nel quartier generale alleato a Reims, fu il 6 agosto 1945, un bombardiere americano sganciava la prima bomba atomica sulla città di Hiroshima. Tre giorni dopo l’operazione era ripetuta a Nagasaki. Il 15 agosto, dopo che l’Unione Sovietica aveva anch’essa dichiarato guerra al Giappone, l’imperatore Hirohito offrì agli alleati la resa senza condizioni. Con la firma dell’armistizio, il 2 settembre 1945, si concludeva così il secondo conflitto mondiale.
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