SPOTIFY: NUOVE LIMITAZIONI PER GLI UTENTI FREE
Sono ormai passati i tempi in cui per ascoltare un album era necessario prendere il compact disc corrispondente, aprirlo, estrarre il disco e infilarlo in un lettore. Con l’avvento delle connessioni veloci e quello di YouTube chiunque avesse in mente un brano poteva trovarlo quasi istantaneamente con una semplice ricerca su Google. Poi è arrivato Spotify, il servizio di streaming musicale dall’amplissimo catalogo, e la storia è cambiata ancora una volta. Come tutti sanno l’uso di Spotify è gratis, o si può scegliere una versione a pagamento – Premium – tramite il versamente di una quota mensile. Le differenze tra le due offerte sono davvero minime, e a conti fatti quella più rilevante è l’assenza della pubblicità che ogni tanto interrompe il flusso di canzoni erogate dal vostro impianto stereo: un disturbo anche piccolo, ma in alcuni casi sicuramente evitabile (si pensi ad alcuni momenti intimi in cui è richiesta una musica dolce e sensuale, disturbata senza preavviso dallo spot di un formaggio).
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SPOTIFY GRATIS: LE NUOVE LIMITAZIONI PER GI UTENTI. Facezie a parte, fino a oggi gli utenti free di Spotify non avevano di che lamentarsi. Tuttavia sembra che vi siano novità importanti legate alla rinegoziazione delle licenze tra il colosso informatico e alcune delle più grandi major discografiche quali Warner, Sony e Universal. Le grandi società avrebbero infatti accettato di rivedere al ribasso i loro guadagni, ma in cambio avrebbero imposto delle condizioni a Spotify: alcuni album o brani degli artisti da loro rappresentati potranno essere a ascoltati solo da coloro che hanno sottoscritto un abbonamento Premium, almeno per un certo periodo di tempo. Spotify, che in questo momento è molto attenta all’aspetto finanziario perché sta per essere quotata sul mercato azionario, potrebbe accettare l’accordo anche perché i tre big della musica posseggono quote di minoranza della società. In ogni caso gli utenti Premium sono già tantissimi: questo mese è stata superata la quota dei 50 milioni di persone che hanno sottoscritto un abbonamento, un traguardo importante se si pensa che il diretto concorrente, Apple Music, è attualmente fermo a 20 milioni. Resta da capire se gli utenti free accetteranno questi cambiamenti o decideranno di passare ad altri servizi di streaming come il già citato Apple Music, oppure ritorneranno ad affidarsi in massa a vie illegali come YouTube (la stragrande maggioranza dei “video” musicali non è infatti stata caricata dagli aventi diritto, e rischia di essere cancellata se dovesse essere sottoposta a un controllo).
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