I notai dicono no alla norma contenuta nel decreto legge 3/2015, articolo 4 comma 10 bis, il cosiddetto Investment Compact, che prevede la possibilità di creare startup innovative presentando online un modulo, messo a disposizione dalle Camere di Commercio, con firma digitale. Una opzione che è diventata concreta il 20 luglio scorso.
Aziende, dunque, che possono essere costituite bypassando burocrazia, atti cartacei, spreco di tempo e denaro, notai. Ecco. Notai. A loro la norma non è proprio andata giù. Ed è per questo che il Consiglio nazionale del Notariato ha presentato ricorso contro la norma presso il Tar del Lazio, che discuterà del caso il prossimo 30 agosto.
In una intervista rilasciata a Startupitalia, il notaio Eliana Morandi ha dichiarato che il ricorso prende le mosse da una considerazione. "L'anonimato delle aziende è un pericolo. Si tratta di un problema riconosciuto già da anni anche all'estero".
Sulla stessa lunghezza d'onda Giampaolo Marcoz, consigliere nazionale del Notariato, che a economyup spiega: "C'è stata una violazione della gerarchia delle fonti. Se c’è una legge, cosiddetta norma primaria, che prevede una determinata forma per poter costituire una srl, questo principio non può essere derogato se non da un’altra legge, e non da un decreto ministeriale".
Cosa potrebbe accadere il 30 agosto? Il Tar ha la possibilità di dare il via libera alla sospensiva. In tal caso gli atti sarebbero, appunto, sospesi. Niente firma digitale per costituire startup, almeno fino alla conclusione del giudizio.