Si apre la trattativa per il rinnovo del contratto della scuola: in arrivo aumenti salariali per il personale docente.
L’Aran ha convocato i sindacati giovedì 27 febbraio alle ore 15 per dare avvio alle trattative sul rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per il personale del comparto “Istruzione e Ricerca” relativo al triennio 2022-2024. La trattativa, che coinvolge oltre 1,28 milioni di dipendenti, compreso il personale non docente, pone tra le priorità l’aumento degli stipendi degli insegnanti.
Il comparto “Istruzione e Ricerca” è il più vasto dell’intero settore del Pubblico impiego e, come indicato dal ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, avrà a disposizione 3,2 miliardi di euro per il rinnovo contrattuale e oltre a 43 milioni di euro annui destinati alla formazione del personale scolastico.
Uno dei punti centrali della trattativa riguarda gli aumenti salariali. Secondo le stime riportate da Sky TG24, il personale scolastico potrebbe beneficiare di un incremento medio di circa 140 euro lordi al mese, cifra che per i docenti potrebbe salire a 150 euro; inoltre, grazie ai 200 milioni aggiuntivi previsti dalla Legge di bilancio 2025, la retribuzione media dei docenti potrebbe aumentare ulteriormente fino a 160 euro lordi al mese nel corso dell’anno.
Tra le proposte in discussione figura anche un incentivo una tantum, oscillante tra il 10% e il 20% dello stipendio, per gli insegnanti che si impegnano in attività volte al miglioramento dell’offerta formativa, come i tutor e gli orientatori. Per accedere a questo beneficio, sarà necessario completare un percorso di formazione triennale e ottenere una valutazione positiva.
Il confronto con gli stipendi internazionali
Il tema della retribuzione degli insegnanti è da tempo al centro del dibattito pubblico, con molte richieste di aumenti salariali per garantire un riconoscimento adeguato al ruolo educativo e formativo dei docenti.
Secondo il rapporto “Education at a Glance 2024” pubblicato lo scorso settembre, gli stipendi degli insegnanti italiani risultano inferiori alla media dei paesi OCSE. In particolare, un insegnante di scuola elementare percepisce un salario annuo iniziale di 37.565 dollari (circa 35.549 euro), con un massimo di 54.768 dollari (51.829 euro) a fine carriera; questi valori sono più bassi rispetto alla media OCSE, che si attesta a 42.060 dollari per gli stipendi iniziali e 68.924 dollari per quelli massimi, e a quella dell’Unione Europea (40.811 e 67.285 dollari).
La situazione non cambia per gli insegnanti delle scuole medie, il cui stipendio iniziale è di 40.374 dollari (38.208 euro), con un tetto massimo di 60.099 dollari (56.874 euro), restando inferiore alla media OCSE (43.484 e 71.334 dollari) e a quella europea (42.327 e 69.994 euro).
Per i docenti delle scuole superiori, la retribuzione a inizio carriera è di 40.535 dollari (38.360 euro), con un massimo di 62.794 dollari (59.425 euro). Anche in questo caso, i salari risultano più bassi rispetto agli standard internazionali.
Un primo passo per colmare il divario
Gli aumenti salariali previsti con il nuovo contratto rappresentano un primo passo per migliorare le condizioni retributive del personale scolastico italiano e ridurre il divario con gli altri paesi OCSE. La trattativa con i sindacati, tuttavia, sarà cruciale per definire i dettagli dell’accordo e assicurare un incremento effettivo degli stipendi, riconoscendo il valore dell’insegnamento e dell’educazione come pilastri fondamentali della società.