L’uso degli smartphone nelle scuole è diventato oggetto di dibattito in diversi paesi europei. Recentemente l’Austria ha adottato una delle politiche più restrittive del continente, vietando l’utilizzo di dispositivi digitali negli istituti scolastici.
Anche l’Italia ha introdotto misure simili, evidenziando una crescente preoccupazione per l’impatto della tecnologia sull’apprendimento e sullo sviluppo dei giovani studenti.
La misura austriaca
In Austria è stata introdotta una delle politiche più severe d’Europa sull’utilizzo dei dispositivi digitali nelle scuole. Dall’1 maggio, negli istituti fino all’ottava classe (equivalente alla nostra terza media), è vietato l’uso di smartphone, tablet e smartwatch durante l’intera giornata scolastica, incluse ricreazione e attività extrascolastiche.
Sono previste alcune eccezioni: i docenti possono autorizzare l’utilizzo per specifiche attività didattiche, come ricerche o verifiche sulle fake news. Durante i viaggi d’istruzione, vengono concessi momenti dedicati per contattare le famiglie. Esistono inoltre esenzioni per alunni con esigenze particolari.
Le scuole possono decidere autonomamente dove conservare i dispositivi e quali conseguenze disciplinari applicare in caso di violazione. Il ministro dell’Istruzione Christoph Wiederkehr ha parlato di annotazioni sul registro e convocazione dei genitori nei casi più gravi, affermando che “il cellulare è un killer della concentrazione”:
“Gli effetti negativi dei dispositivi mobili superano quelli della pandemia. Il cellulare è un killer della concentrazione”.
La gestione italiana degli smartphone a scuola
In Italia, la regolamentazione degli smartphone nelle aule scolastiche è definita dalla circolare firmata dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara l’11 luglio 2023. Il provvedimento stabilisce un chiaro divieto di utilizzo dei telefoni cellulari in classe per gli studenti dalla scuola d’infanzia fino alla terza media, indipendentemente dallo scopo, sia esso personale o didattico.
Sono previste eccezioni solo per alunni con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento, quando espressamente indicato nei Piani educativi individualizzati o nei Piani didattici personalizzati. Valditara, intervenuto a Sky Tg24, ha motivato questa decisione citando studi scientifici internazionali che dimostrano come l’abuso dei cellulari provochi “difetti di memorizzazione, incide sulla capacità di concentrazione, sulla fantasia e creatività”.
La normativa italiana, pur vietando gli smartphone, consente l’utilizzo di altri dispositivi digitali come PC e tablet, purché impiegati sotto la guida dei docenti e per finalità esclusivamente didattiche.
Confronto e riflessioni
Le politiche di Austria e Italia presentano similitudini nell’approccio restrittivo verso gli smartphone nelle scuole. Entrambe riconoscono gli effetti negativi dei dispositivi sulla concentrazione, memorizzazione e creatività degli studenti.
Mentre l’Austria applica restrizioni anche durante la ricreazione, l’Italia si limita all’uso in classe. L’obiettivo comune rimane migliorare le relazioni interpersonali tra studenti e creare un ambiente di apprendimento più sano e attento.