Si va verso l’abolizione dei test di ingresso alla facoltà di medicina
Era nell’aria già da tempo e adesso un altro passo in avanti è stato fatto verso l’abolizione dei test di ingresso alla Facoltà di medicina e chirurgia. Provvedimento dibattuto e complesso da tempo per via di tutta una serie di problematiche. Non ultima, quella riguardante le crescente domanda di professionisti sanitari in un contesto in cui vi è carenza di medici in alcune aree. Ebbene, il provvedimento è stato presentato proprio oggi in Senato a Roberto Marti e Francesco Zaffini, rispettivamente presidente della commissione Istruzione e presidente della commissione Sanità.
Il provvedimento dovrà passare in aula ed essere approvato dalla Camera
L’abolizione non è ancora effettiva, naturalmente: dopo avere ottenuto parere favorevole dalla Commissione Istruzione del Senato che ne ha approvato il testo, dovrà passare in Aula e poi alla Camera. I tempi non sono pronosticabili, anche se il governo spera di farla entrare in vigore dal prossimo anno accademico. Si dovrebbero così guadagnare circa 5mila posti, dato che oggi sono 20mila e si prevede di arrivare a 25.
Altri paesi non prevedono i test di ingresso
Sono in molti ad auspicarsi lo stop ai test di ingresso in medicina, in particolare coloro che da sempre sostengono che possano limitare l’accesso a studenti meritevoli ma svantaggiati. Abolirli potrebbe favorire una selezione più equa basata su altri criteri. Inoltre, secondo molti, il sistema attuale basato su test a risposta multipla, non valuterebbe adeguatamente le competenze necessarie per diventare un buon medico. Un’altra tesi a favore dell’abolizione dei test viene da uno sguardo agli altri Paesi europei: in Francia, ad esempio, l’accesso è libero, mentre il proseguimento è condizionato dal risultato di due test a risposta multipla, uno a dicembre e uno a giugno.
Iscrizione facoltà di Medicina e chirurgia, come cambierà?
Ferma restando la possibilità di potersi iscrivere liberamente alla facoltà senza affrontare alcun test, il testo prevede che il proseguimento degli studi al secondo semestre sia condizionato da almeno un paio di fattori. Innanzitutto, il superamento di tutti gli esami previsti per il primo semestre – che saranno uguali per tutti e facilmente sfruttabili per percorsi formativi alternativi – e la posizione occupata dallo studente nella graduatoria di merito nazionale.
Cosa accadrà a chi non dovesse rispettarli? Potrà utilizzare i crediti acquisiti per iscriversi ad un’altra facoltà. Così facendo tutti gli sforzi fatti nel primo semestre non saranno andati perduti. Il governo è già al lavoro sui decreti legislativi, per questo ci si auspica che la novità possa entrare in vigore il prossimo anno. L’abolizione dei test sarà valida anche per i corsi di laurea in Odontoiatria e protesi dentaria e in Medicina veterinaria.
“Garantire una selezione più equa, basata sulle competenze acquisite degli studenti”
Questo è lo spirito che guida la riforma, come spiega un comunicato emanato in merito. Soddisfatta la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha definito questo giorno “un passo storico per garantire a tutti i ragazzi l’opportunità di diventare professionisti in ambito medico”. “Lo scopo è quello di conciliare una formazione di qualità per i futuri medici con le esigenze sanitarie del Paese”, ha aggiunto.
Come dichiarato dalla ministra, “il fabbisogno di futuri nuovi medici è di 30mila professionisti in più nei prossimi sette anni”. Per fare in modo di soddisfarlo sono già stati aumentati i posti disponibili per i corsi di laurea in medicina e chirurgia e veterinaria. L’ulteriore novità è che a breve si potrebbe finalmente abolire il numero chiuso.
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