Ruba il registro e strappa le pagine – La storia che stiamo per raccontare è molto istruttiva. Perché fa capire come qualsiasi nostra azione non debba essere sottovalutata: potrebbe avere conseguenze che neanche immaginiamo. Il protagonista è uno studente ventenne (quindi con qualche bocciatura sul groppone) dell’Ipsia di Ferrara, che un bel giorno – un mesetto fa – ha avuto la meravigliosa idea di sottrarre il registro di classe, strapparne alcune pagine (forse quelle con le sue note e brutti voti?) e poi rimetterlo al suo posto. Il furbacchione, con ogni probabilità, credeva di aver commesso una semplice bravata. Una di quelle cose che sollevano un po’ di polverone, al limite, ma poi finiscono là. Invece il responsabile dell’Istituto di via Canapa si è rivolto ai carabinieri della zona.
Convocato dai carabinieri – Dopo una breve indagine, le forze dell’ordine hanno individuato e convocato il ragazzo, che durante il colloquio ha subito ammesso la propria colpa e si è preso tutte le responsabilità. Troppo tardi: è stato denunciato a piede libero con l’accusa di sottrazione e distruzione, sia pur totale, di atto pubblico. Eh già, perché il registro di classe è un documento a tutti gli effetti. Un documento assai importante. E il professore è un pubblico ufficiale: lo sapevate
Ammette la colpa, ma di chi è la colpa? – Naturalmente, lo studente adesso ha aggravato la propria posizione anche agli occhi degli insegnanti e degli stessi compagni: ma alla veneranda età di vent’anni, non avrebbe potuto trascorrere qualche oretta in più sui libri anziché farsi venire in mente un gesto del genere? Oppure, addirittura, anziché considerarla una bravata pensava di risolvere qualcosa, facendo sparire “notizie” sul suo conto? Questa è davvero l’ipotesi peggiore, indice anche di una certa ingenuità. Quando si è sparsa la notizia in città, i commenti hanno riguardato anche i genitori del ragazzo: fino a che punto il dito va puntato contro di loro? Fino a che punto sono responsabili del comportamento del figlio? Qualcuno, poi, ha fatto notare come spesso madri e padri tendano a giustificare e difendere i propri rampolli, qualsiasi cosa facciano, mentre un tempo c’era molto più severità… Si stava meglio quando si stava peggio, come si suol dire?