Studente mima gesto della pistola verso Giorgia Meloni
E’ diventato un caso l’episodio avvenuto, ieri 19 marzo, nell’aula del Senato. Protagonista uno studente che, mimando il gesto di una pistola (ovvero unendo le mani e tenendo le braccia unite a riprodurre la posa che si tiene quando si punta un’arma verso un determinato obiettivo) lo ha indirizzato al presidente del consiglio Giorgia Meloni. Quest’ultima era intenta ad esporre la sua informativa a palazzo Madama sede, per l’appunto, del Senato. Vediamo come sono andate esattamente le cose e cosa rischia ora il ragazzo.
Il ragazzo sarà punito
Naturalmente, un gesto del genere non sarebbe mai potuto passare inosservato. E non lo è stato né agli occhi dei presenti né a quello delle telecamere. A raccontarlo per primi sono stati alcuni parlamentari presenti in aula. Ai quali si è unito, subito dopo, il presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha segnato l’accaduto. Come riporta Ansa, ha detto:
“Mi corre l’obbligo di segnalare un gesto non proprio elegante, voglio essere light, avvenuto mentre salutavo gli studenti di una scuola di Roma: da parte di uno studente ci sono state due dita e il pollice alzato verso il premier, immediatamente represso da una delle insegnanti che mi piace qui segnalare per condannarlo nella maniera più decisiva anche se si tratta di un ragazzino”.
Lo studente, minorenne, frequenta il liceo scientifico Righi di Roma: con la sua classe, ieri, stava assistendo dalla tribuna all’intervento di Meloni. E’ proprio in questo frangente che ha deciso di puntare un’arma immaginaria verso la presidente del consiglio. La prima ad accorgersene è stata una professoressa, che è intervenuta prontamente abbassando il braccio del ragazzo. A redarguirlo è stato, subito dopo, un commesso. Informata del fatto, Giorgia Meloni si è detta colpita del fatto che un tale gesto sia potuto avvenire proprio nel giorno dell’anniversario della morte di Marco Biagi, servitore delle istituzioni e dello Stato.
Le scuse da parte della preside
Le scuse da parte della scuola non sono tardate ad arrivare. La preside del Righi, Cinzia Giacomobono, ha inviato una lettera alla premier, al questore anziano Gaetano Nastri e al presidente del Senato Ignazio La Russa. Letta in aula proprio da quest’ultimo. Nella missiva ha dichiarato che il comportamento dello studente verrà “punito con la severità che merita” anche grazie al coinvolgimento della sua famiglia. Che, come la scuola, è addolorata.
La preside ha anche aggiunto: “Nel nostro liceo sappiamo che ci sono studenti di sinistra estrema, critici verso il governo, e studenti di estrema destra. Non è prevedibile tutto quello che i ragazzi possono fare, noi insegniamo ogni giorno ai ragazzi i valori della democrazia e del rispetto”. Ed ha concluso con la rassicurazione che il Consiglio di classe valuterà i provvedimenti da intraprendere tenendo conto del regolamento di istituto e della gravità del gesto messo in atto dal giovane. “Ci dispiace, chiediamo scusa, nessuno se l’aspettava”.
Nel leggere la lettera in aula, La Russa ha auspicato che la punizione non sia troppo severa. “Spezzo una lancia affinché non vi sia una eccessiva punizione, è già sufficiente quello che abbiamo visto qui”. Ha commentato.
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