In uno scenario scolastico sempre più preoccupante, ha fatto notizia la decisione di una dirigente scolastica che ha sospeso uno studente per 12 giorni solo perché, durante uno sciopero avvenuto lo scorso novembre, aveva rilasciato un’intervista in cui esponeva varie criticità presenti nella scuola. Siamo all’Istituto Tecnico “Barozzi” di Modena e le proteste da parte degli studenti, pronti a difendere il loro compagno nonché rappresentante d’istituto, non si sono fatte attendere.
Le criticità presentate dallo studente durante l’intervista
Nell’intervista concessa alla Gazzetta di Modena il 28 novembre scorso per spiegare le ragioni di uno sciopero che non era stato autorizzato dalla preside, lo studente ne aveva approfittato per portare alla luce diverse questioni critiche sulla vita scolastica presso l’Ites Jacopo Barozzi di Modena. Tra le lamentele, spiccavano l’assenza di gite all’estero, l’impossibilità di avere un bar o almeno dei distributori automatici all’interno dell’istituto, la mancanza di confronto con i vertici scolastici e il loro comportamento definito “inaccettabile”. In particolare, lo studente ha denunciato delle perquisizioni effettuate l’ultimo giorno di scuola per evitare disordini e minacce di denunce alla Digos in caso di sciopero.
Nel corso dell’intervista, lo studente aveva anche esposto la volontà degli studenti di essere trattati come tali, chiedendo che le loro proposte venissero ascoltate.
I provvedimenti disciplinari
La preside dell’istituto, la professoressa Lorella Marchesini, dopo aver letto le dichiarazioni rilasciate dallo studente ha reagito con un provvedimento disciplinare: il ragazzo è stato sospeso per 12 giorni. La decisione è stata comunicata al diretto interessato tramite una nota apparsa sul registro elettronico lo scorso 18 gennaio, quindi quasi due mesi dopo l’intervista, seguita da una convocazione del Consiglio di istituto per la settimana successiva. Il Consiglio di classe, infatti, si era inizialmente rifiutato di prendere provvedimenti disciplinari nei confronti del rappresentante d’istituto.
La difesa legale e la solidarietà studentesca
Per difendersi da questo provvedimento, lo studente ha coinvolto l’avvocato Stefano Cavazzuti. Nella memoria difensiva di 16 pagine depositata dal legale, si legge che lo studente ha parlato in qualità di rappresentante degli studenti, svolgendo quindi una funzione politica che legittima il diritto alla libertà di espressione e di critica.
In risposta alla sanzione decisa dai vertici della scuola, gli studenti del Barozzi hanno organizzato un sit-in di solidarietà in segno di protesta. In una nota ufficiale, hanno espresso il loro dissenso nei confronti della decisione del Consiglio d’Istituto, ritenendola “molto grave” e affermando di sentirsi attaccati nella loro libertà di espressione e parola; nello stesso comunicato fanno anche riferimento ad altri episodi che avrebbero portato a provvedimenti disciplinari nei confronti dei rappresentanti degli studenti solo per aver espresso, appunto, l’opinione degli studenti.
La vicenda ha sollevato questioni ben più ampie e profonde, tra cui la libertà di espressione degli studenti all’interno delle istituzioni scolastiche e il bilanciamento tra il diritto di critica e la disciplina scolastica.