Studente vittima di bullismo: il caso
Il bullismo è un fenomeno molto diffuso da sempre nelle scuole, tuttavia ora se ne parla sempre di più per cercare di far diminuire questa problematica. Non a caso per chi è vittima di bullismo è davvero complicato parlarne e affrontare il problema. Per un ragazzo di scuola media è addirittura diventato un problema andare a scuola: “Non voglio più andarci“, ha dichiarato il problema. Dopo che il preside è venuto a conoscenza della questione, come riporta il Gazzettino.it, l’istituto ha deciso di prendere dei provvedimenti. Insieme alla famiglia del bambino, la scuola ha dato vita ad un piano di azione, che includeva ore di insegnamento dedicate, per assistere lo studente e far diminuire la paura. Negli ultimi due mesi, la scuola ha anche affrontato il bullismo e ha lavorato per prevenire altri casi. Purtroppo, dopo la pandemia da Covid-19, sono aumentati i casi di aggressività nelle scuole.
Studente vittima di bullismo: cosa ha deciso di fare la scuola
“Abbiamo affiancato sia l’alunno, prevedendo delle ore con un insegnante a lui dedicato, che la stessa famiglia – ha dichiarato la dirigente scolastica – Dopo l’emergenza Covid, purtroppo, gli scontri nell’ambito della convivenza tra i ragazzi sono aumentati. C’è stato in particolare un incremento dei casi che vengono definiti sporadici, cioè non caratterizzati da una continuità degli atteggiamenti aggressivi. Ma il problema rimane“. Ma non è finita qui. Il sindaco ha fatto appello a tutte le famiglie degli studenti per segnalare qualsiasi episodio di bullismo, con lo scopo di difendere i ragazzi e correggere i comportamenti dei bulli. La scuola in questione ha anche istituito uno Sportello Ascolto che vede alla direzione un docente specializzato nel fenomeno del bullismo, una psicologa disponibile per i casi più complicati e la discussione dei casi di bullismo direttamente nei consigli di classe.
Studente vittima di bullismo: cosa fare
Ricordiamo che uno dei provvedimenti nelle scuole in merito al bullismo potrebbe riguarda il fatto di vietare i cellulari in classe. “Il bullismo è una persecuzione sistematica, quasi il 25% dei ragazzi ha subìto episodi di bullismo con una diminuzione, secondo degli studi, addirittura di attesa di vita, depressione ed abbandono scolastico. Non possiamo rimanere inerti. Ho proposto l’utilizzo dei lavori socialmente utili che sono già previsti nello Statuto degli studenti del 1978 ma non sono molto usati. Credo sia necessario, il ragazzo deve concepire che il suo ego ha dei limiti, lavorando per la collettività deve rendersi conto che è inserito in una dinamica sociale, non può essere lasciato solo con il suo ego ipertrofico“, aveva dichiarato in merito il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
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