Una studentessa di soli 13 anni, la cui identità è stata preservata per ragioni di riservatezza, è costretta ad assentarsi dalla scuola a causa di febbri persistenti che si presentano ogni mattina. Da ben due anni. Recenti visite specialistiche hanno portato alla luce la causa sottostante di questo fenomeno: la fobia scolastica. La diagnosi è stata effettuata da una neuropsichiatra presso l’Ospedale di Padova. La quale ha precisato come si tratti di una forma di ansia sociale che affligge l’1% – 5% degli adolescenti. Ma cosa l’ha scatenata?
Studentessa non frequenta la scuola da 2 anni: ha la febbre ogni giorno
La fobia scolastica è una forma di ansia che interessa i giovani specialmente durante le fasi di transizione fondamentali come l’ingresso alle scuole elementari, il passaggio alle scuole medie e il primo anno delle scuole superiori. Bene, ma nel caso della studentessa, qual è stato il fattore scatenante? Ce lo si è chiesto a lungo.
Secondo quanto riportato da Il Gazzettino, il bullismo subito durante il suo primo anno di scuola media potrebbe aver giocato un ruolo significativo nella comparsa di tale patologia. Ad essere stato preso di mira sarebbe stato il suo aspetto fisico: la ragazza era alta e formosa già in prima media, e questo è stato oggetto di scherzi e battute che, nel tempo, si sono trasformati in insulti e molestie, generando nella ragazzina un profondo malessere e la paralizzante paura di tornare a scuola. Successivamente la ragazzina ha cambiato scuola. Ma questo non è evidentemente bastato per risolvere i suoi disagi. Ha infatti iniziato ad avere la febbre ogni giorno, con il termometro che segnava 40-41° tutte le mattine.
Avrebbe bisogno di supporto per l’istruzione
La madre si sta battendo affinché sua figlia, affetta da quella che è una patologia certificata, ottenga il supporto necessario per la sua istruzione. Secondo la madre, la ragazzina dovrebbe avere diritto a un educatore che la accompagni a scuola e la assista durante le lezioni, oltre a un insegnante di sostegno. L’Ulss 3 Serenissima si è prontamente offerta di valutare la minore elaborando un piano di cura appositamente per lei. Tuttavia, finora la famiglia non ha aderito. Nonostante ciò, l’Ulss ha preso atto delle indicazioni del neuropsichiatra, che ha diagnosticato la minore come disabile, e ha rilasciato un certificato ufficiale a supporto di tale diagnosi. Tale certificato è fondamentale per richiedere al Ministero dell’Istruzione l’assegnazione di un insegnante di sostegno che possa affiancare la minore durante le lezioni scolastiche future.
Non solo: la stessa Ulss 3 ha assicurato alla famiglia che è pronta ad assumersi la responsabilità e la cura della minore, mettendo a disposizione ogni “misura di supporto quotidiano prevista dalla normativa e compatibile con le risorse disponibili”. Tali misure saranno implementate dopo un’attenta valutazione del caso e in accordo con la famiglia. L’obiettivo è garantire che la minore riceva l’assistenza necessaria per affrontare le sfide scolastiche e favorire il suo benessere complessivo. La madre, però, ritiene che questo impegno non sia ancora sufficiente: la ragazzina, secondo lei, avrebbe bisogno di un’assistenza continua. Ma l’Ulss ed il Comune hanno dichiarato di non avere a disposizione una tale figura.
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