La vigilanza sui minori nell’uso dei social network rappresenta non solo una questione morale, ma un dovere legale imprescindibile. Un recente caso di cyberbullismo ha evidenziato come l’assenza di controllo genitoriale possa portare a conseguenze gravi per tutti i coinvolti.
L’utilizzo improprio delle piattaforme digitali da parte degli studenti richiede attenzione costante per prevenire comportamenti dannosi e illegali.
Dettagli del caso
Una studentessa di 15 anni è stata condannata dal Tribunale di Brescia per atti di cyberbullismo nei confronti di una compagna di scuola. La minore, affetta da lievi difficoltà cognitive, ha creato falsi profili social utilizzando software di intelligenza artificiale per modificare immagini della coetanea e inviarle messaggi offensivi.
La vittima ha denunciato il caso per diffamazione, stalking e detenzione di materiale pedopornografico, dichiarando di vivere nel terrore di uscire di casa a causa delle continue minacce ricevute su Instagram.
Responsabilità dei genitori
La sentenza del Tribunale di Brescia ha evidenziato come il controllo dei figli sui social non sia solo una questione morale, ma un dovere legalmente riconosciuto. I genitori della quindicenne sono stati condannati a pagare 15.000 euro di risarcimento alla vittima, nonostante avessero dichiarato di ignorare l’esistenza dei profili fake creati dalla figlia.
Secondo quanto stabilito dal Codice civile, i genitori devono dimostrare di aver adottato tutte le misure necessarie per prevenire comportamenti illeciti, e l’ignoranza tecnologica non costituisce una giustificazione valida per eludere questa responsabilità.
Implicazioni e riflessioni
Le conseguenze del cyberbullismo sulla vittima sono state devastanti: la ragazza viveva nel terrore di uscire di casa a causa delle minacce ricevute, compromettendo la sua vita sociale e il benessere psicologico. Nonostante la presenza di supporto scolastico specifico e un’educatrice dedicata all’uso dei social, queste misure si sono rivelate insufficienti.
Il caso evidenzia i limiti del controllo parentale quando non esercitato con costanza e attenzione. L’ignoranza tecnologica non può costituire un’attenuante: i genitori hanno il dovere morale e legale di monitorare attivamente la vita digitale dei figli, comprendendo le potenziali conseguenze di comportamenti illeciti online.