Il divieto di fumare a scuola è previsto dalla legge fin dal 1975. Ma, se fino al 2003 interessava le sole aule scolastiche, con la legge n. 3 dello stesso anno è stato esteso a tutti gli ambienti interni alla scuola. E, dal 2013, anche all’esterno della scuola, purché di pertinenza della stessa. Lo dice il decreto legge n. 104 del 2013, appunto. Perché questa premessa? Per riallacciarci ad una notizia che, negli ultimi giorni, sta facendo non poco discutere. Quella relativa alla sentenza del Tar di Brescia che ha confermato la sospensione di due giorni per una studentessa delle scuole medie che è stata sorpresa a fumare sigarette elettroniche all’interno degli ambienti scolatici. Vediamo come sono andate le cose.
Studentessa sospesa per aver fumato sigaretta elettronica a scuola
I fatti sono avvenuti lo scorso novembre, quindi poco meno di un anno fa. E’ stato allora che una ragazzina, una studentessa delle scuole medie, aveva acquistato per sé e per altri compagni una sigaretta elettronica e l’aveva fumata a scuola. In realtà era stata proprio la madre della giovane ad accorgersi della presenza del dispositivo nello zaino della figlia una volta tornata a casa. Episodio che aveva immediatamente denunciato alla preside. A seguito di un colloquio, qualche giorno dopo, la giovane aveva ammesso di aver acquistato sigarette elettroniche per sé e per due compagni di classe, utilizzandole durante l’orario scolastico nei bagni dell’istituto. Approfittando delle ore di religione e di educazione fisica.
A seguito di questa confessione, circa due mesi dopo, ovvero a gennaio 2023, l’istituto scolastico aveva adottato un provvedimento disciplinare contro la studentessa. Due giorni di sospensione. Provvedimento che, però, era stato fin da subito contestato dai genitori dell’alunna in quanto – a loro detta – recante vizi di forma. Nello specifico, per i genitori la motivazione della sospensione per una non meglio precisata “violazione del regolamento di Istituto” ed il modo troppo ‘plateale’ che aveva caratterizzato il provvedimento. Per questo tramite il loro legale, l’avvocato Rocco Greco, avevano presentato ricorso al Tar.
La sentenza del Tar conferma la sospensione
Il Tribunale Amministrativo di Brescia, però, respinto il ricorso presentato dai genitori. A sostegno della sua decisione, ha sottolineato una situazione piuttosto preoccupante che coinvolge l’intero istituto frequentato dalla studentessa. Da novembre 2022, le segnalazioni di studenti che fumano in modo clandestino all’interno delle strutture scolastiche sono state numerose. E’ per questo che la dirigente aveva disposto un aumento della sorveglianza ed aveva inviato un esposto formale alle Forze dell’Ordine riguardo al traffico di sigarette elettroniche tra i minori, sia all’interno che all’esterno dell’istituto.
C’è da dire che l’abitudine al fumo tra le nuove generazioni è in costante crescita, non solo per quello che riguarda il tabacco tradizionale, ma anche tramite il ricorso, sempre più diffuso, alle sigarette elettroniche, spesso considerata un’alternativa più sicura al fumo di tabacco e oramai di grande moda tra i più giovani. Il vapore rilasciato da queste, però, nonostante la diversa composizione rispetto al fumo di sigaretta, non è privo di pericoli per la salute (lo confermano gli studi condotti dall’Istituto Superiore di Sanità).
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