Studentesse fanno da baby sitter ai figli delle prof - Studentville

Studentesse fanno da baby sitter ai figli delle prof, succede a Vicenza

A Vicenza, un progetto formativo che coinvolge le studentesse nelle vesti di «baby sitter» dei figli delle professoresse. L'iniziativa e le polemiche.
Studentesse fanno da baby sitter ai figli delle prof, succede a Vicenza
A Vicenza, un progetto formativo che coinvolge le studentesse nelle vesti di «baby sitter» dei figli delle professoresse. L'iniziativa e le polemiche.

Studentesse si prendono cura dei figli dei docenti

Non è facile riuscire ad occuparti dei tuoi figli quando devi destreggiarti tra consigli di classe e collegi dei docenti. Naturalmente, questo non vale solo per le professoresse o i professori, ma ci riferiamo a questa particolare tipologia di professione perché a loro è destinato un Pcto (Percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento) creato da due scuole di Vicenza.

Si tratta, in particolar modo, di una quarta classe del Liceo delle Scienze Umane Don Giuseppe Fogazzaro, e dell’Istituto Almerico Da Schiodi. Una sorta di gemellaggio che prevede che gli alunni della prima si occupino dei figli dei docenti della seconda. L’idea nasce per aiutare i professori a gestire i momenti più impegnativi legati agli impegni scolastici, senza dover rinunciare alle proprie esigenze familiari. Ma soprattutto per far sì che gli studenti sviluppino sul campo ciò che apprendono a scuola. Il progetto è raccontato in un articolo del Corriere del Veneto.

Come funziona il progetto del liceo Fogazzaro

Si tratta, come sottolineato dal responsabile Pcto del liceo Fogazzaro, Simone Ariot, di un esempio di “service learning”, ovvero un servizio alla comunità, che permette agli studenti di mettere in pratica ciò che imparano in classe, aiutando concretamente i docenti e le loro famiglie.

Per realizzare questo progetto, l’Istituto Almerico Da Schio ha messo a disposizione due aule attrezzate con arredi e strumenti destinati alle attività formative e di gioco. All’interno delle quali, un gruppo di studentesse di età compresa tra i 17 e i 18 anni del Liceo delle Scienze Umane Don Giuseppe Fogazzaro, si occupa di 28 bambini dai 3 agli 11 anni durante i pomeriggi nei quali i genitori sono occupati a scuola per via delle attività in programma. Trattandosi di impegni che non prevedono durate ben precise, non è facile per i e le docenti trovare del personale che se ne occupi.

Da qui l’idea del progetto, venuto in mente alla dirigente scolastica dell’Istituto Da Schio, Manuela Floriani. Già, perché le studentesse coinvolte, possono beneficiare di questo approccio pedagogico che non solo arricchisce l’apprendimento delle ragazze, ma promuove anche valori di cittadinanza attiva, dando loro la possibilità di imparare facendo.

Le polemiche riguardanti il progetto

Come era facile dedurre, non tutti hanno accolto di buon occhio il progetto degli istituti. Ad intervenire è stata, tra gli altri, Rita Fusinato, segretaria regionale di Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori), la quale ha espresso qualche perplessità a riguardo sottolineando come molte delle ragazze siano minorenni. La stessa ha posto l’attenzione sul fatto che la loro capacità di gestire dei bambini con età ed esigenze così diverse, senza una esperienza pregressa, potrebbero non essere sufficienti. La perplessità riguardano anche la supervisione del percorso: c’è il rischio che le studentesse possano trovarsi a dover fronteggiare, da sole, la gestione delle situazioni più disparate.

A chiarire la situazione, la risposta della dirigente dell’Uat di Vicenza, Nicoletta Morbioli, che ha sottolineato come il Liceo delle Scienze Umane prepari adeguatamente gli studenti grazie allo studio di materie specifiche (quali psicologia, pedagogia e sociologia) e alla guida di tutor interni ed esterni, che affiancano le ragazze durante tutto il percorso.

Solo donne coinvolte nell’iniziativa

Un aspetto che emerge chiaramente dall’iniziativa è che le attività di cura sembrano essere ancora una prerogativa femminile. Non solo sono donne le studentesse che si occupano dei bambini, ma anche la maggior parte dei docenti che usufruiscono del servizio. La dirigente scolastica Manuela Floriani ha osservato come questo particolare metta ancora una volta in evidenza come la gestione dei figli venga percepita come una responsabilità principalmente materna.

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Foto apertura di Vlada Karpovich via Pexels

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