Nel tentativo di superare le barriere imposte dal regime talebano e di offrire un’opportunità educativa alle giovani donne afghane, tra la città di Lecce e l’Afghanistan ha preso forma una straordinaria iniziativa di collaborazione. Le startup “Etica Etnica” e “Princess Amani” stanno lavorando insieme per consentire a dieci ragazze di continuare a studiare in maniera clandestina a causa della rigida legge della Sharia. Prima del ritorno dei talebani al potere in Afghanistan, le donne avevano fatto progressi significativi nel settore dell’istruzione. Dopo la loro caduta avvenuta nel 2001, erano infatti stati implementati numerosi programmi di istruzione per le donne e le ragazze, consentendo loro di accedere all’educazione in misura decisamente maggiore di quanto non fosse prima.
Ragazze afgane potranno studiare grazie a due Startup
Le ragazze afghane avevano quindi iniziato a frequentare scuole primarie, secondarie e le università. Fino al ritorno dei talebani, che ha ribaltato la situazione. Adesso, però, grazie alla collaborazione tra due startup, “Etica Etnica”, con sede a Lecce e gestita dall’istituto Galilei-Costa con lo scopo di promuovere l’istruzione e i valori etici, e “Princess Amani”, 10 ragazze potranno proseguire i propri studi. Grazie anche al prezioso intervento di Fabio Diamante, co-fondatore della scuola “School of Enlightenment”, una scuola online specializzata per fornire istruzione alle ragazze afghane, che ha agevolato le comunicazioni tra le docenti afghane ed un insegnante leccese.
Quest’ultimo, esperto di micro-imprenditorialità giovanile, ha contribuito a sua volta alla creazione di un efficace modello di business: le studentesse afghane, in sostanza, finanziano i propri studi attraverso la creazione e la vendita di borse artigianali. L’azienda italiana “Etica Etnica” acquista le loro creazioni a prezzi maggiorati e le rivende online, consentendo alle giovani di ottenere il necessario sostegno finanziario. Ma, allo stesso tempo, promuovendo lo sviluppo di micro-imprese in Afghanistan. Un risultato non da poco. Così come lontano dalle aspettative è stato il successo del progetto: le prime venti borse sono state vendute immediatamente dopo essere state caricate online.
Studentesse pugliesi aiutano ragazze afghane
Bene, ma cosa c’entrano le studentesse pugliesi, in tutto questo? Ebbene, sono le menti dietro questa iniziativa imprenditoriale. Si tratta di tre giovani diciassettenni di Lecce, Alessia Petino, Luna Civitale e Bianca Maria Manca, che stanno cercando di creare le basi per una collaborazione duratura tra le due startup insieme a Teresa Morabito, Giada Bray e Luigi Carratta.
Promuovendo l’acquisto di borse artigianali uniche, la startup non solo offre agli acquirenti un prodotto di alta qualità, ma apre anche le porte a un cambiamento positivo nella vita di una studentessa in Afghanistan. Ne supporta l’educazione e la crescita personale. In poche parole, ogni acquisto di una borsa di “Etica Etnica”, contribuisce a finanziare l’educazione di una studentessa, aiutandola a realizzare i suoi sogni per poter puntare ad un futuro migliore.
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