Giovani scienziati crescono e dimostrano che il difficile rapporto tra studenti e materie
scientifiche in Italia a volto è solo un luogo comune. Prendete l’ultima invenzione nata
sui banchi di scuola: un mini reattore a fusione fredda… roba che sembra più da Cern di
Ginevra che da laboratorio di classe superiore. Eppure è proprio questa l’ultima tecnologia
messa a punto dagli allievi dall’Istituto tecnico Leopoldo Pirelli di Roma. Gli studenti
hanno progettato un mini-reattore per le lavagne interattive. E ora la preside corre a
brevettarlo, per evitare che qualche “furbetto” delle aziende copi i suoi baby-scienziati!
Gli alunni romani non sono certo gli unici studenti con il pallino delle scienze applicate. Lo
scorso anno uno speciale concorso organizzato dal Cnr e dalla Commissione Europea ha
avuto il suo bel da fare per scegliere tra le migliori invenzioni dell’italica scuola. Al primo
posto il robot realizzato da un gruppo di scienziati in erba di Cagliari: un automa in grado
di sfidare l’uomo alla morra… e di vincere sempre. Da mettere in pratica subito nel mondo
del lavoro l’invenzione dei ragazzi di un istituto tecnico di Rimini che hanno progettato
degli occhiali di sicurezza intelligenti, capaci di bloccare il funzionamento delle macchine
se i lavoratori non li indossano. Viva l’ingegno anche di un gruppo di studenti di un istituto
tecnico di Catania, che, dalle arance di Sicilia, anziché ottimo succo hanno ricavato un
solvente ecocompatibile.
Negli ultimi anni gli studenti hanno fatto parlare di loro anche per altre invenzioni; come il
bidone del pattume che ti avverte se stai mischiando plastica e vetro, lo zaino parlante che
ti avverte se è troppo pieno, o – sogno di tutte le girls – la borsa che si illumina all’interno
per farti ritrovare il cellulare o le chiavi in un batter d’occhio. A ben pensarci poi anche
Mark Zuckerberg, “semplice” studente di college nel 2004 aveva inventato Facebook come
rete sociale per la sua scuola… E guardate ora dove è arrivato!