A meno di due giorni dall’inizio delle prove di Stato per la maturità, una studentessa del liceo Marconi residente a Montescudo Montecolombo, in provincia di Rimini, ha espresso la sua netta opposizione a beneficiare delle prove facilitate. La giovane, nonostante il suo comune sia stato colpito dall’alluvione di maggio e rientri nell’elenco dei territori in stato di emergenza, ha chiesto di essere sottoposta alle stesse prove degli altri maturandi. Vediamo come sono andate le cose e se la sua richiesta è stata accolta.
Studentessa del riminese chiede di sostenere la Maturità senza facilitazioni
Come abbiamo già visto qualche settimana fa, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha stabilito che i maturandi residenti in alcuni comuni dell’Emilia Romagna, inclusa Montescudo Montecolombo, sostengano un esame ridotto. Invece dei tradizionali scritti, questi studenti dovranno affrontare solo un lungo esame orale. Tuttavia, la studentessa del liceo Marconi ha respinto questa opportunità.
Durante un incontro con il preside Luca Testa, ha dichiarato: “Fatemi fare la maturità come tutti gli altri della mia classe: ho trascorso un anno a prepararmi”. La sua determinazione nel voler affrontare tutte le prove dell’esame, compresa la temuta seconda prova che per il liceo scientifico consiste nel compito di matematica, ha sorpreso il preside e gli insegnanti.
La giovane ha manifestato la sua volontà di essere trattata alla pari con gli altri studenti, nonostante le difficoltà e gli eventi avversi che hanno colpito il suo territorio. La sua richiesta di non beneficiare delle previste prove facilitate non può che farle onore. E sottolinea l’importanza che la giovane attribuisce all’uguaglianza di trattamento e alla dimostrazione delle abilità che ha acquisito durante l’anno scolastico.
La prova facilitata è un diritto, non un obbligo
Il preside, colpito dalla sua motivazione, ha riconosciuto che effettivamente la normativa parla di un diritto ad una prova agevolata, non di un obbligo. Ha quindi convenuto che sia giusto farle sostenere un esame che valorizzi il suo impegno e le permetta di dimostrare la sua preparazione. Dopo aver discusso con i colleghi e con Riccardo Rossini, presidente dell’Associazione nazionale presidi Marche, è emerso che la studentessa non è l’unica tra coloro che hanno subito l’alluvione ad avere il desiderio di affrontare l’esame di maturità nella sua completezza. Anche al liceo Mengaroni, un’altra studentessa ha manifestato lo stesso desiderio. E non solo: dopo un breve approfondimento, è venuto fuori che nella città sono presenti almeno quattro studenti che rifiutano il diritto di sostenere l’esame in forma ridotta.
Gli studenti ci riusciranno?
A questo punto, a meno di 24 ore dalla prima prova, non si può fare a meno di chiedersi se i ragazzi riusciranno nel loro intento. Quello che si sa fino ad ora, è che domani si recheranno a scuola insieme all’inseparabile vocabolario di italiano. Pronti a dimostrare le proprie competenze. Alla domanda diretta, il preside ha risposto che si augura che gli studenti riescano nel loro intento.
Riguardo il provvedimento del Ministro della Giustizia, invece, pur definendolo “un atto nobile”, “un’attenzione giusta” verso i giovani colpiti dalla calamità naturale, non ha potuto non sottolineare come la sua applicazione non sia esente da alcune criticità. In particolare, i danni non sono stati uniformi in tutte le zone colpite, e non rispettano i confini amministrativi. La semplice residenza nella provincia di Rimini, ad esempio, non garantisce automaticamente una maggiore esposizione ai danni rispetto ai residenti nelle Marche.
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