Una dura protesta contro il politico argentino Milei
Il 2 ottobre 2024 in Argentina si sono mosse molteplici persone, tra cui studenti universitari, professori, personale non docente e sindacati, scendendo in strada per protestare contro l’opinione di Javier Milei. Infatti, il politico argentino, esponente di La Libertad Avanza, sembra essere in netto contrasto con le Leggi approvate già dalle Camere. Codeste normative confermano un bilanciamento lineare dei stipendi degli insegnanti e di tutto il personale in enti statali.
Ebbene, per Javier Milei il veto affermato, ma non ancora approvato dal Congresso, corrisponderebbe ad una “misura non responsabile“, mettendo a repentaglio la “conquista” di un buon equilibrio fiscale per il Paese. Inoltre, il politico applicherebbe una procedura di “taglio” per gli atenei pubblici, con l’intento di mettere in primo piano il bilancio economico.
Naturalmente, molteplici studenti di diverse età, preoccupati legittimamente per il loro futuro, durante la giornata di ottobre hanno fatto sentire la loro voce scendendo nelle piazze argentine.
Che cosa “difendono” i ragazzi argentini
In tutta l’Argentina, il 2 ottobre 2024 hanno protestato milioni di cittadini contro le misure intraprese dal politico Milei, il quale già nel 2023, per raggiungere il bilancio statale, aveva già “tagliato” il 31% dei fondi pubblici destinati alla formazione universitaria. Tra il 2023 e gli inizi del 2024 l’inflazione argentina è arrivata al 288%.
Ebbene sì, molteplici studenti universitari argentini per mesi hanno dovuto frequentare le lezioni senza luce, al freddo durante i periodi invernali e al caldo estenuante durante la stagione estiva. Tutto ciò a causa di procedure politiche decisamente “aggressive” da parte di Milei, soprattutto dal punto di vista economico.
In merito a ciò, si è espresso il docente, sindacalista e ricercatore Cristian Henkel:
“Stiamo parlando di un problema concreto. Il bilancio universitario è congelato ai valori dell’anno scorso e non tiene in considerazione l’aumento dell’inflazione. Significa che non ci sono fondi per il funzionamento delle attività e ancor peggio per gli stipendi dei lavoratori docenti e non docenti come il personale amministrativo. Investire sull’università significa gettare le basi per lo sviluppo del Paese”.
Le dichiarazioni degli universitari
A proposito della sentita protesta contro i tagli di Javier Milei alla formazione pubblica universitaria, si sono esposti numerosi ragazzi, desiderosi di difendere il loro “futuro”.
“Sto manifestando per difendere l’educazione pubblica di cui sono orgogliosa. I miei genitori non hanno avuto la possibilità di studiare, mio papà non ha finito le elementari. Io posso studiare e voglio che questo continui a essere un diritto per tutti”.
Queste sono le parole di una giovane ragazza di 20 anni, di nome Victoria, studentessa dell’Universidad Nacional de José Clemente Paz nella provincia di Buenos Aires.
Inoltre, anche uno studente di nome Brian, dell’Universidad Nacional de las Artes, ha fatto sentire la sua voce in merito:
“Non staremo fermi ad aspettare che ci rubino il futuro! Perché avete così paura di educare la gente? L’istruzione pubblica è libertà!”.
Con queste ultime parole dello studente, simili a un “grido di libertà“, la giornata di protesta in piazza dovrebbe far riflettere su una situazione ormai sempre più frequente nel settore pubblico in molti Paesi.