L’indagine AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale dei Laureati
Un’interessante tendenza è emersa dai risultati della XXV Indagine AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale dei Laureati, che ne ha coinvolti circa 670 mila di primo e secondo livello. Dall’analisi dei dati raccolti è venuto fuori che gli studenti che durante i propri studi universitari svolgono anche un lavoro, pur dedicando la maggior parte del loro tempo all’università, una volta laureati hanno una maggiore probabilità di trovare un’occupazione. Ad essere stati intervistati, nello specifico, sono stati 296 mila laureati di primo e secondo livello del 2021, sentiti ad un anno dalla fine dei loro studi, 122 mila laureati di secondo livello del 2019, contattati invece dopo tre anni dal termine e 117 mila laureati di secondo livello del 2017, sentiti a distanza di cinque anni dal conseguimento del titolo. Inoltre, sono stati ascoltati – rispettivamente a tre e cinque anni dalla laurea – 73 mila laureati di primo livello del 2019, e 61 mila del 2017 che non hanno proseguito la formazione universitaria.
Migliori livelli occupazionali
I livelli occupazionali che sono emersi relativamente all’anno 2022 – considerato come siano migliori non solo rispetto al 2021, ma anche agli anni precedenti ad eccezione del temporaneo stop causato dalla pandemia – confermano “un progressivo miglioramento della capacità di assorbimento del mercato del lavoro”. Addirittura, nel 2022, i livelli occupazionali tra i laureati di primo e secondo livello, sarebbero i più alti prendendo in considerazione gli ultimi 10 anni. Entrando nello specifico, ad un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari al 75,4% tra i laureati di primo livello, e al 77,1% tra i laureati di secondo livello del 2021. A tre anni dalla laurea, il tasso di occupazione tra i laureati di primo livello è pari al 90,3%. E’ dell’85,9% tra i laureati di secondo livello. Le opportunità di lavoro per i laureati variano notevolmente, e sono influenzate da diversi fattori tra i quali rientrano il genere, la regione di residenza ed il tipo di laurea conseguita, sia a livello di laurea triennale che magistrale.
Favoriti i laureati del gruppo informatica e tecnologie ICT
Analizzando quanto appena evidenziato risulta che, a parità di altre condizioni, i favoriti nel trovare lavoro dopo la laurea sono gli studenti provenienti dall’area informatica e tecnologie ICT, da ingegneria industriale e dell’informazione, dal gruppo medico-sanitario e farmaceutico e da architettura e ingegneria civile. Hanno meno probabilità in tal senso, invece, i laureati dei gruppi disciplinari psicologico, arte e design, letterario-umanistico e giuridico. Un altro dato interessante consiste nel fatto che i laureati di secondo livello hanno maggiori opportunità (il 39,5% in più) di occupazione ad un anno dal titolo rispetto ai laureati di primo livello. A incidere sono, ancora una volta, anche le differenze di genere e di provenienza. Gli uomini vantano un 11,7% di probabilità in più di essere occupati rispetto alle donne, e chi risiede al Nord un +32,1% rispetto a chi vive nel Mezzogiorno.
Chi lavora durante l’Università ha maggiori probabilità di trovare occupazione
Altrettanto interessante è il dato secondo il quale, a parità di altre condizioni, le esperienze lavorative fatte durante gli anni dell’Università comportino un effetto positivo sulle possibilità di trovare occupazione ad un anno dal conseguimento del titolo. C’è una differenza tra i lavoratori-studenti e gli studenti-lavoratori. I primi, ovvero coloro i quali hanno svolto esperienze di lavoro continuative e a tempo pieno per almeno la metà della durata degli studi, hanno il 35,1% di probabilità in più di essere occupati rispetto agli studenti che non lo hanno fatto. I secondi, ovvero coloro che hanno avuto altri tipi di esperienze lavorative, indipendentemente dalla natura e dalla continuità di queste, vantano comunque il 32,9% di probabilità in più di essere occupati rispetto a chi non può vantarle.
Le esperienze che contano
Oltre quanto appena visto, dall’indagine è emerso come ci siano anche altri fattori ad incidere positivamente sulla possibilità di trovare occupazione dopo la laurea. Si tratta dello svolgimento dei tirocini curriculari, dei periodi di studio all’estero, delle competenze informatiche e della partecipazione alle iniziative realizzate dagli Atenei in virtù della transizione università-lavoro.
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