Bagnomaria: significato ed etimologia
Vi sarà capitato di sentire spesso l’espressione “a bagnomaria“, magari durante uno scambio di consigli culinari, e di certo sapete che si tratta di un metodo di cottura. In cosa consiste nello specifico la cottura a bagnomaria? Da dove ha origine il termine e chi l’ha utilizzato la prima volta? Sveliamo subito il mistero! Scopriamo insieme cosa significa bagnomaria, qual è la sua etimologia e in cosa consiste questo metodo di cottura.
Cosa significa “a bagnomaria”: definizione
Partiamo dalla definizione esatta del termine bagnomaria: si tratta di un metodo per riscaldare, distillare o cuocere in modo indiretto ingredienti delicati e che richiedono un maggior controllo sui fornelli. Per cuocere a bagnomaria basta mettere gli ingredienti all’interno di una vaschetta o un pentolino. Poi si riempie d’acqua un recipiente o una pentola che possa contenere il pentolino più piccolo, che andrà appunto messo all’interno del contenitore più grande. Il contenitore grande con all’interno l’acqua e il contenitore piccolo con gli ingredienti verrà messo sul fuoco o nel forno: il fuoco mantiene l’acqua calda, la quale trasferisce il calore agli ingredienti, senza bruciarli. Si tratta di una tecnica che necessita di tempi lunghi e che viene utilizzata prettamente in pasticceria, ad esempio per sciogliere della cioccolata o preparare una crema.
Bagnomaria: etimologia e origini
Bagnomaria è una parola composta da bagno e probabilmente da Miriam, la sorella di Mosè e Aronne con la fama di alchimista. Oppure, secondo quanto sostiene Zosimo di Panopoli, il secondo termine potrebbe derivare da Maria la Giudea, celebre alchimista vissuta nell’Alto Medioevo ad Alessandria d’Egitto. Pare infatti che Maria la Giudea abbia cercato di riscaldare miscele di sostanze diverse per produrre oro e altri metalli prezioni adottando la tecnica del Balneum Mariae, ovvero la cottura a bagnomaria.
Non perderti: Come fare un buon tema: i 19 errori di ortografia italiana da evitare
- Italiano