Alice nel Paese delle Meraviglie: com’è nato
Il romanzo fantastico “Alice nel Paese delle Meraviglie“, pubblicato nel 1865, è stato scritto dal matematico e scrittore inglese reverendo Charles Lutwidge Dodgson sotto il famoso pseudonimo di Lewis Carroll. Secondo la tradizione, la storia fu concepita in una soleggiata mattina estiva in cui il reverendo stava trascorrendo una gita in barca sul Tamigi con un altro religioso e le tre sorelle Liddell. Carroll inventò e raccontò alle bambine una storia che successivamente mise per iscritto e regalò ad una delle tre, Alice Liddell. Solo più tardi lo scrittore decise di pubblicare la sua storia, aggiunse nuovi personaggi e illustrazioni, dandole un titolo proprio in onore di Alice.
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Alice nel Paese delle Meraviglie: il riassunto della storia
La protagonista del romanzo di Carroll è Alice che, sognando di seguire un coniglio bianco, cade in un mondo sotterraneo dove si imbatte in avventure fantastiche ed assurde. Inizialmente va a finire nella stramba tana del Bian Coniglio per poi cadere in una buca profonda: è da lì che percorre un lungo corridoio con una serie di porte sfortunatamente chiuse. Per cercare di aprire una porticina attraverso la quale scorge un giardino meraviglioso, si imbatterà in una serie di trasformazioni che la faranno diventare a volte minuscola e a volte gigantesca. Solo grazie alla conversazione con il Brucaliffo riuscirà a capire come riacquistare le giuste dimensioni. Attraversando un bosco, la bambina si troverà prima alla casa della Lepre Marzolina, che sta prendendo il tè insieme al Cappellaio Matto, per poi giungere al castello della Regina di Cuori e giocare una pericolosa partita a croquet in cui si usano le carte come porte, gli istrici come palle e i fenicotteri come mazze. Alla fine della storia Alice parteciperà ad uno strano processo in cui il fante di cuori è accusato d’aver rubato le tartine pepate. È in quel momento che la protagonista inizia ad ingrandirsi sempre più fino a risvegliarsi improvvisamente dal suo sogno tra le braccia della sorella.
Alice nel Paese delle Meraviglie: le traduzioni principali
Il romanzo “Alice nel Paese delle Meraviglie” è pieno di allusioni, proverbi, giochi di parole e continui riferimenti alla cultura inglese. Per questo motivo sono moltissimi gli autori italiani che hanno cercato di tradurre il romanzo, arricchendo la storia con le loro intuizioni e personali interpretazioni. Le traduzioni italiane più famose a cui molti hanno fatto poi riferimento sono tre: la prima traduzione italiana del 1872 a opera di Teodorico Pietrocola Rossetti, la successiva nel 1908 a opera di Emma Cagli per l’Istituto Arti Grafiche di Bergamo e l’ultima nel 1913 che è anonima ma si pensa sia a opera di Silvio Spaventa Filippi.
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