Auguri di Natale religiosi, frasi di Papa Francesco e non solo

Auguri di Natale religiosi, le frasi di Papa Francesco e non solo

Ecco quali auguri di Natale religiosi riservare ai nostri cari: le più belle frasi religiose, di Papa Francesco e don Tonino Bello da condividere.
Auguri di Natale religiosi, le frasi di Papa Francesco e non solo
Ecco quali auguri di Natale religiosi riservare ai nostri cari: le più belle frasi religiose, di Papa Francesco e don Tonino Bello da condividere.

Come dire Buon Natale? Alle volte, gli auguri migliori da fare a chi ci sta accanto, sono le frasi religiose. Di seguito abbiamo raccolto una selezione di citazioni generiche, di Papa Francesco e di don Tonino Bello. I due religiosi, nel tempo, ci hanno dedicato pensieri intensi e che è possibile condividere con i nostri cari in occasione del Santo Natale. Eccone alcuni tra i più significativi per fare degli auguri di Natale religiosi in questo 2024.

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Auguri di Natale religiosi

  • “Possa la meraviglia di quel primo Natale, la gioia delle abbondanti benedizioni di Dio e la pace della presenza di Gesù essere sempre con te”.
  • “Buon Natale! Spero che tu riceva una benedizione dopo l’altra il prossimo anno”.
  • “Che Dio ti benedica e ti protegga durante le festività natalizie e per tutto l’anno”.
  • “Possa Dio benedire la tua vita con amore e gioia in queste festività natalizie”.
  • “Ti mando preghiere e cordiali auguri di Natale. Possa tu ricevere la più speciale delle benedizioni di Dio durante questo fantastico periodo natalizio!”
  • “Possa il Signore concedere a te e a tutti i tuoi cari pace, gioia e benevolenza”.
  • “Ti auguro una stagione allegra e luminosa con la luce dell’amore di Dio.”
  • “Possano le benedizioni di Dio essere tue questo Natale.”
  • “Possa il vero spirito del Natale risplendere nel tuo cuore e illuminare il tuo cammino.”
  • “Auguro a te e ai tuoi cari un felice Natale”.
  • “Buon Natale! Che l’amore di Dio sia con te.”
  • “Che lo spirito del Natale ti accompagni tutto l’anno.”
  • “Possa tu avere il dono della fede, la benedizione della speranza e la pace del suo amore a Natale e sempre!”

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Auguri di Natale di Papa Francesco

  • A questo ci chiama il Natale: a dare gloria a Dio, perché è buono, è fedele, è misericordioso. In questo giorno auguro a tutti di riconoscere il vero volto di Dio, il Padre che ci ha donato Gesù. Auguro a tutti di sentire che Dio è vicino, di stare alla sua presenza, di amarlo, di adorarlo.
  • Buon Natale! Oggi la Chiesa rivive lo stupore della Vergine Maria, di san Giuseppe e dei pastori di Betlemme contemplando il Bambino che è nato e che giace in una mangiatoia: Gesù, il Salvatore.
  • Che lo Spirito Santo illumini oggi i nostri cuori, perché possiamo riconoscere nel Bambino Gesù, nato a Betlemme dalla Vergine Maria, la salvezza donata da Dio a ognuno di noi, a ogni uomo e a tutti i popoli della terra.
  • Con la nascita di Gesù è nata una promessa nuova, è nato un mondo nuovo, ma anche un mondo che può essere sempre rinnovato.
  • Con Maria e Giuseppe stiamo davanti alla mangiatoia, a Gesù che nasce come pane per la mia vita. Contemplando il suo amore umile e infinito, diciamogli semplicemente grazie: grazie, perché hai fatto tutto questo per me.
  • Dove nasce Dio, nasce la speranza: Lui porta la speranza. Dove nasce Dio, nasce la pace. E dove nasce la pace, non c’è più posto per l’odio e per la guerra.
  • Guardiamoci intorno, guardiamo soprattutto a quanti sono nell’indigenza: il fratello che soffre, dovunque si trovi, il fratello che soffre ci appartiene. È Gesù nella mangiatoia: chi soffre è Gesù. Pensiamo un po’ a questo. E il Natale sia una vicinanza a Gesù in questo fratello e in questa sorella.
  • Il dono prezioso del Natale è la pace, e Cristo è la nostra vera pace. E Cristo bussa ai nostri cuori per donarci la pace, la pace dell’anima. Apriamo le porte a Cristo!
  • In Gesù, assaporeremo lo spirito vero del Natale: la bellezza di essere amati da Dio.
  • Il Natale è sempre nuovo, perché ci invita a rinascere nella fede, ad aprirci alla speranza, a riaccendere la carità.
  • Il Natale sia per ciascuno occasione di rinnovamento interiore, di preghiera, di conversione, di passi avanti nella fede e di fraternità tra noi. In questo giorno di gioia siamo tutti chiamati a contemplare il Bambino Gesù, che ridona la speranza a ogni uomo sulla faccia della terra. Con la sua grazia, diamo voce e diamo corpo a questa speranza, testimoniando la solidarietà e la pace. Buon Natale a tutti!
  • La gioia del Natale è una gioia speciale; ma è una gioia che non è solo per il giorno di Natale, è per tutta la vita del cristiano. È una gioia serena, tranquilla, una gioia che sempre accompagna il cristiano.
  • Se le tue mani ti sembrano vuote, se vedi il tuo cuore povero di amore, questa notte è per te. È apparsa la grazia di Dio per risplendere nella tua vita. Accoglila e brillerà in te la luce del Natale.
  • Se vogliamo festeggiare il vero Natale, contempliamo questo segno: la semplicità fragile di un piccolo neonato, la mitezza del suo essere adagiato, il tenero affetto delle fasce che lo avvolgono. Lì sta Dio.

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Auguri di Natale religiosi, le parole di don Tonino Bello

  • Non posso sopportare l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali”. Così inizia la lettera scritta oltre vent’anni fa in occasione del Natale da don Tonino Bello.
  • Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!
  • Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
  • Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.
  • Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla ove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che lo sterco degli uomini o il bidone della spazzatura o l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
  • Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
  • Gli angeli che annunziano la pace portino guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che, poco più lontano di una spanna con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfrutta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano i popoli allo sterminio per fame.
  • I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge” e scrutando l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E poi vi ispirino un desiderio profondo di vivere poveri: che poi è l’unico modo per morire ricchi.

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