Riassunto sulla Battaglia di Caporetto (1917)
Durante la grande guerra, meglio conosciuta come prima guerra mondiale, ci fu una battaglia che fece la storia dell’esercito Italiano, ovvero la Battaglia di Caporetto, nel 1917. La battaglia di Caporetto, o dodicesima battaglia dell’Isonzo venne combattuta tra il Regio Esercito italiano e le forze austro-ungariche e tedesche. Lo scontro, del 24 ottobre 1917, rappresenta la più grave disfatta nella storia dell’esercito italiano, tanto che, non solo nella lingua italiana, ancora oggi il termine Caporetto viene utilizzato come sinonimo di sconfitta disastrosa. Per capire bene di cosa si tratta c’è bisogno di approfondire l’argomento cercando di evidenziare i punti salienti della battaglia.
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Battaglia di Caporetto (1917): storia
La storia c’insegna che la grande guerra fu una delle crudeltà che l’Italia e i paesi partecipanti dovettero subire. Il nostro paese non ebbe neanche il tempo materiale di riprendersi sia moralmente che economicamente che la seconda guerra mondiale e Mussolini arrivarono per completare il totale devasto che l’intero mondo per sempre ricorderà. Per quanto riguarda la battaglia di Caporetto è bene ricordare che le prime quattro offensive scatenate da Luigi Cadorna, comandante supremo del Regio Esercito italiano, sull’Isonzo durante la seconda metà del 1915, non portarono nessun cambiamento sostanziale del fronte, ma solo la morte di numerosi soldati di entrambi gli schieramenti, con gli italiani respinti a ogni tentativo di sfondare le linee nemiche. Così come sul fronte occidentale, quindi, anche in Italia si riconfermò la caratteristica fondamentale della prima guerra mondiale: la guerra di trincea. A distanza di due anni Cadorna non gettò la spugna e riprese l’iniziativa ordinando il via della decima battaglia dell’Isonzo, ma ancora una volta i risultati ottenuti furono minimi in confronto alle vite umane perse per conseguirli. Alla fine di luglio venne convocata a Parigi una conferenza alleata dove fu richiesto all’Italia di eseguire altre due nuove offensive, il prima possibile, per alleggerire la pressione sul fronte occidentale, ma Cadorna ne garantì solo una che finì sostanzialmente con nulla di concreto, se non con una perdita del tutto ambigua, ma allo stesso tempo chiara e fallimentare.
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Tutte queste battaglie, come già enunciato, non portarono assolutamente a nulla di buono. Solo indebolimento e crisi economica, per gli sprechi dovuti all’acquisto di armi in modo del tutto spropositato. E non solo, costarono ad entrambi gli avversari molte perdite umane. La sconfitta portò alla sostituzione del generale Luigi Cadorna con Armando Diaz. Le unità italiane si riorganizzarono abbastanza velocemente e fermarono le truppe austro-ungariche e tedesche nella successiva prima battaglia del Piave, riuscendo a difendere a oltranza la nuova linea difensiva su cui aveva fatto ripiegare Cadorna.