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Cabreo: significato e definizione

Cosa vuol dire cabreo: scopriamo insieme il significato del termine, la sua etimologia ed i possibili contesti di utilizzo.

Non si tratta di una parola che sentiamo pronunciare spesso, eppure il termine cabreo ha una lunga storia alle spalle che inizia intorno al 1300. Ecco cosa nasconde.

Etimologia e significato

Con il sostantivo maschile cabreo (in quanto all’etimologia deriva dallo spagnolo cabreo, dal latino medievale capibrevium, composto da căput, sommario e brĕve, lista) si definisce la raccolta dei privilegi e delle prerogative dei monarchi castigliani fatta redigere da Alfonso XI (1311-1350).

Successivamente, il significato del termine cabreo iniziò a indicare gli inventari dei beni ecclesiastici o signorili, nonché l’insieme dei documenti in essi raccolti, come mappe, elenchi dei beni mobili ed immobili, delle servitù, del valore della proprietà, ecc. I cabrei venivano generalmente commissionati da famiglie nobiliari, enti ecclesiastici o enti pubblici e la loro realizzazione era affidata agli agrimensori (capomastri, architetti e geometri) che provvedevano a rilevare l’estensione delle proprietà, così da chiarire i confini dei possedimenti ed impedire dispersioni ed usurpazioni dei beni inventariati.

Composizione del cabreo

I cabrei comprendevano una parte descrittiva, riportante anche informazioni riguardanti unità di misura e prezzi e corrispettivi dei canoni annuali pagati ai proprietari, ed una parte formata da allegati, ovvero tavole disegnate che riproducevano i beni inventariati (es. chiese, terreni, palazzi, feudi, etc.) e talvolta persino le coltivazioni in atto nei fondi.

I cabrei catalogavano altresì tutte le transazioni e le cessioni dei beni, nonché i diritti insistenti su di essi. Per estensione, con il termine è quindi possibile indicare l’ elenco, registro o catasto di beni feudali in genere.

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