Celibe: definizione
Il termine ‘celibe‘ deriva dalla parola latina ‘caelebs‘ che stava ad indicare l’uomo non ammogliato, in quel caso anche vedovo. L’italiano ha ripreso la stessa terminologia per indicare l’uomo che non è congiunto in matrimonio, il cui sinonimo più usato è ‘scapolo’. Espressioni che si utilizzano nel linguaggio comune sono: ‘un vecchio celibe‘; ‘è ancora celibe’; ‘mantenersi celibe’. Il termine è di genere maschile ma può essere utilizzato anche al femminile solo come aggettivo nell’espressione ‘vita celibe’ che sta a significare ‘vita da celibe’. La parola che, invece, indica la donna non congiunta in matrimonio è ‘nubile‘ che, in letteratura, è utilizzato anche per indicare una donna non sposata ma che è in età da marito.
Celibe: stato civile sulla carta d’identità
Sicuramente il documento su cui si legge maggiormente il termine’celibe’ è la carta d’identità. Alla voce dello stato civile, infatti, con l’espressione ‘celibe’ si indica la condizione personale del cittadino adulto precedente il matrimonio del soggetto stesso. Tale condizione è pubblicamente accettata e dichiarata di fronte alla collettività e perciò ufficialmente riconosciuta e registrata dall’amministrazione dello Stato. Se si è in una condizione diversa dall’essere celibe (o nubile per le donne), lo stato civile può essere indicato con queste diverse formule: coniugato o coniugata, divorziato o divorziata, vedovo o vedova, a secondo della situazione particolare.
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Celibe: le lingue che non hanno la caratterizzazione maschile/femminile
Nella lingua italiana ‘celibe’ è l’uomo e ‘nubile’ è la donna. Tale opposizione maschile/femminile conserva, quindi, una propria caratterizzazione in base al sesso della persona denotata, alla sua funzione specifica, alla cultura del gruppo sociale e alla tradizione linguistica. In molte lingue questa differenziazione tra la condizione maschile e quella femminile, invece, non esiste. L’esempio più palese è offerto dalla lingua francese: ‘celibe’ corrisponde al termine ‘célibataire‘ che viene utilizzato sia per l’uomo che per la donna non sposata, così come ‘marié’ che indica un soggetto sposato sia al maschile che al femminile.