E’ facile imbattersi nell’abbreviazione Cfr., le tesi di laurea ne sono piene. Ma ne conoscete l’esatto significato? Continuate a leggere per scoprirne tutti gli usi.
Etimologia e significato di Cfr.
L’abbreviazione cfr. viene frequentemente utilizzata nella lingua italiana per introdurre citazioni o elementi lessicali su cui si intende richiamare l’attenzione del lettore. Nello specifico, per quanto riguarda l’etimologia della sigla, cfr. è l’abbreviazione moderna del latino confer (imperativo singolare del verbo conferre) e significa propriamente “confronta”.
Se in inglese, francese e spagnolo gli si preferisce la forma cf., in italiano cfr. (letto comunemente ‘confronta’ ) è spesso usato in testi di studio o consultazione per indicare ulteriori materiali o idee che possono fornire informazioni e/o argomenti simili e complementari. Se leggendo un testo si trova, ad esempio, la sigla cfr. seguita dall’indicazione di un volume o di un autore, questa intende dunque richiamare l’attenzione sul concetto appena espresso e fornire indicazioni circa ulteriori materiali su cui è possibile trovare informazioni in merito, in qualità di approfondimento o come verifica della veridicità di una citazione, affermazione o conclusione dedotta. Più semplicemente, la sigla cfr. può anche essere inserita dall’autore per rimandare alla fonte consultata per giungere ad una certa tesi. E’ infine opportuno ricorrere all’abbreviazione cfr. quando si trae spunto e/o si parafrasa quanto asserito da un autore.
L’abbreviazione Cfr. – peraltro poco utilizzato – in matematica sta per circonferenza. Il significato di Cfr in medicina, invece, indica la capacità funzionale residua, uno dei tre volumi polmonari fondamentali per la respirazione. Nel diritto (comunitario), infine, Cfr. sta per la sigla di common frame of reference (ovvero quadro comune di riferimento).
Il significato delle abbreviazioni più comuni
Quando si consulta un saggio, o scorrendo le note a piè di pagina, oltre a cfr., le più comuni abbreviazioni sono:
- V. (vide, cioè ‘vedi’) per rimandare il lettore a un’altra parte del testo, dove un certo argomento verrà trattato estesamente, o a un allegato di un documento
- fig. per rimandare a una figura, o più figure (in questo caso si usa figg.)
- p. o pag. per rimandare a una pagina (al plurale pp. o pagg.)
- seg. o segg. ovvero ‘seguente’ o ‘seguenti’
- s.d. ovvero ‘senza data’ (riferito a un’ edizione)
- tit. or. che significa ‘titolo originale’
- cit. ovvero ‘citato’
- sic. (‘così’): utilizzato quando per garantire e sottolineare l’esatta trascrizione di una citazione, anche se apparentemente insolita
- ibidem che sta per ‘nella stessa pagina’
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