La Prima Prova di Maturità 2018 è sempre più vicina e una delle possibili tracce scelte dal Miur per l’ Esame dell’Esame di Stato potrebbe essere proprio quella su Aldo Moro e i quarant’ anni trascorsi dal giorno della sua morte. Ripercorriamo insieme chi era e quali sono state le dinamiche del sequestro che ha sconvolto per sempre la Storia del nostro Paese.
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Assassinio e rapimento Aldo Moro: le vere motivazioni
Era il 16 marzo del 1978 quando in via Fani, un gruppo di brigatisti rapì Aldo Moro e uccise tutti gli uomini della sua scorta: Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi. Il leader della Democrazia Cristiana come ogni mattina, stava uscendo di casa per recarsi alla Camera dei Deputati ma quello non era un giorno qualunque: il nuovo Governo guidato da Giulio Andreotti stava per essere presentato in Parlamento per ottenere la fiducia e mettere in atto quella “svolta a sinistra” che avrebbe rappresentato un nuovo corso nella storia del Paese. Un’ alleanza quella della Dc con il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista che non era ben vista dalle più alte rappresentanze di governo e men che mai a livello internazionale dal paese anticomunista per eccellenza: gli Stati Uniti d’ America. Passarono ben 55 giorni di ricerche, supposizioni e depistaggi in cui Carabinieri, Polizia, agenti dei Servizi Segreti cercarono invano di trovare il nascondiglio dove le BR avevano nascosto e tenuto prigioniero Aldo Moro. Ma non si riuscì a trovare una soluzione che mediasse i forti interessi diplomatici internazionali e l’ esigenza di salvare una vita umana.
Aldo Moro: ritrovamento del corpo e indagini
Il cadavere di Moro infatti venne ritrovato , il 9 maggio 1978, nel bagagliaio di una Renault 4 rossa in via Caetani, a metà strada fra piazza del Gesù, sede della Dc, e via delle Botteghe oscure, sede del Pci. I principali mandati del sequestro e assassinio dell’ Onorevole Moro furono principalmente Mario Moretti e Prospero Gallinari, appartenenti al gruppo di lotta armata delle Brigate Rosse. Rapire Aldo Moro voleva dire per l’ organizzazione colpire il “cuore” dello Stato e dimostrare la fragilità e la corruzione di un Sistema che era pronto per essere abbattuto dalla lotta armata rivoluzionaria. Sono passati quarant’ anni dalla morte del leader Aldo Moro e in onore di questa ricorrenza, il Presidente della Repubblica Mattarella ha deposto una corona dai colori bianco rosso e verde sul nuovo monumento in omaggio alle vittime dell’eccidio. Presenti alla commemorazione anche il sindaco di Roma, Virginia Raggi, e il governatore Nicola Zingaretti. Vengono ricordate così le vittime di quel sequestro che cambiò per sempre il volto della Repubblica e dello Stato Italiano.
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