La commissione cultura della Camera ha approvato il ddl riforma scuola, respingendo i 140 emendamenti presentati dall'opposizione. In sostanza dunque, il ddl riforma scuola rimane invariato,così come è stato approvato dal Senato, e arrriverà in Aula il 7 luglio per l'approvazione definitiva. La maggioranza quindi sostiene che il ddl La buona scuola sia positivo, dunque si sta cercando di terminare i lavori nel più breve tempo possibile. La relatrice Maria Coscia in particolare sostiene che il Parlamento ha lavorato bene il questi mesi, in particolare perché ha tenuto conto delle consultazioni effettuate.
Ddl riforma scuola: i punti principali
Si tratta dunque di attendere solo qualche giorno, e il ddl riforma scuola verrà approvato definitivamente insieme a tutti i punti discussi e contestati nel corso di questi ultimi mesi. Si punterà dunque all'autonomia scolastica, con docenti scelti dal nuovo preside "leader educativo", un POF triennale elaborato dal consiglio di classe e il potenziamento dell'organico funzionale. Gli studenti vedranno potenziate alcune materie, dovranno effettuare tirocini nel corso dell'ultimo triennio, le scuole saranno aperte anche nei mesi estivi consentendo agli allievi di partecipare ad attività extrascolastiche. I docenti più meritevoli verranno valorizzati, mentre tutti riceveranno una card annuale da spendere in attività culturali e di aggiornamento. E poi c'è il piano straordinario di assunzioni: i 100 mila precari della Gae verranno assunti entro il 1° settembre, mentre da dicembre partiranno i corcorsi, che saranno banditi ogni 3 anni.
Ddl riforma scuola: si prospetta un "autunno caldo"
Insegnanti, sindacati e associazioni studentesche intanto si stanno muovendo per boicottare l'approvazione del ddl riforma scuola e l'avvio della riforma. Sono già state consegnate, al presidente della Repubblica Mattarella, circa 20 mila richieste di un referendum abrogativo. Inoltre, diversi intellettuali guidati dal presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione hanno presentato una petizione ex art. 50 della Costituzione contro la riforma.