Termine non di comune utilizzo, il sostantivo Ecatommiti si riferisce ad una particolare opera letteraria del Cinquecento. Ecco quale.
Gli Ecatommiti di Giraldi Cinzio
Gli Ecatommiti sono una raccolta di Novelle del letterato, poeta e drammaturgo italiano Giovan Battista Giraldi Cinzio (1504-1573). Pubblicata per la prima volta nel 1565/1566, l’opera costituisce una della maggiori raccolte del Cinquecento, articolata in un centinaio di racconti (113 novelle con le 10 dell’ esordio e 3 incidentali) in cui l’ autore descrive la fuga di una brigata di giovani, da Roma a Marsiglia, dopo il famoso “Sacco” del 1527.
Le novelle sono divise in dieci decadi, corrispondenti ad altrettante giornate (su modello del Decamerone di Boccaccio) e sono permeate di un chiaro intento moralizzante, come tipico della letteratura controriformistica.
Inclusi nell’Indice dei libri proibiti pubblicato a Parma nel 1580, gli Ecatommiti divennero fonte di ispirazione per Shakespeare nella composizione dell’Otello (derivante dalla settima novella della terza giornata) e di Misura per misura (dalla quinta novella dell’ottava giornata), come anche per lo spagnolo Cervantes, cui vi attinse durante la stesura del Persiles.
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Etimologia e significato di ecatommiti
Per estensione, con il sostantivo ecatommiti (dal greco hekatón,cento + mýthos, favola, ovvero “cento racconti”) si intende quindi oggi una raccolta di cento novelle, sebbene l’originale ne contenesse, in verità, un totale di centotredici.
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